Cacciari spara a zero su Letta e il Pd: nessuna idea, tutto da rifondare. Imparino dalla batosta
Sono giorni – per non dire mesi – che Massimo Cacciari spara a zero su Enrico Letta e sul Pd. Per non dire anni che suggerisce ai dem, tra critiche al vetriolo e bordate sarcastiche, le istruzioni per l’uso da maneggiare con cura. Oggi però, a tre giorni dal voto, il filosofo veneziano è tornato a parlare – e a sfogare tutta la sua incontenibile furia – su «un partito che non è mai nato». Che dimostra di non avere «nessuna idea strategica». E totalmente «da rifondare»
Cacciari boccia Letta e il Pd su tutta la linea
«Adesso bisogna che ci sia la volontà di tutti i responsabili del Pd di comprendere la lezione. Una lezione che viene da molto lontano. E affrontare una radicale e profonda rifondazione, dalla strategia alla struttura organizzativa del partito. Se c’è questo, da questa volontà uscirà anche il gruppo dirigente e il segretario. Se invece dopo una batosta semplicemente si elegge un altro segretario e poi se ne fa un altro senza cambiare assolutamente nulla, i nomi non hanno alcuna importanza». Una considerazione a dir poco tranchant, quella che Cacciari affida all’Adnkronos, analizzando il risultato elettorale del voto del 25 settembre e la sonora sconfitta del Partito Democratico.
«Nessuna idea strategica» e totalmente «da rifondare»
«Quali sono gli errori del Pd? Inutile anche fare l’elenco, è un partito che non è mai nato – tuona Cacciari –. Sembrava nella primissima fase che ci fosse, dopo si è totalmente smarrito e si è trasformato in un partito che ha come unica funzione “positiva” di garantire nei momenti difficili a qualunque costo e prezzo un qualche governo. Ma nessuna idea strategica». Il Pd, per l’ex sindaco di Venezia è «un partito che non è mai nato. Che vive di rendita. È un partito conservatore – aggiunge Cacciari – che ora deve nascere, e discutere tra le sue componenti quale deve essere la sua natura organizzativa».
Cacciari, Letta e Pd hanno puntato tutto sullo «spauracchio del fascismo: puttanate»
Un partito in cui, a giudicare dall’opinione di Cacciari sulla campagna elettorale, Letta e compagni hanno sbagliato tutto. Puntando tutto sullo «spauracchio del fascismo: puttanate. Il fascismo si colloca in una situazione storica completamente diversa. La dimensione culturale e intellettuale del fascismo è completamente diversa». e evidente, allora, che come ribadisce il professore, puntare tutta la campagna elettorale su questo non è servito a niente. Non avrà fatto perdere voti, forse. Ma di sicuro non ha ne ha nemmeno fatto guadagnare uno». Per l’ex sindaco di Venezia, infatti, «la campagna da fare sarebbe stata completamente diversa. Esattamente quella che hanno fatto i 5 Stelle»…
«La Meloni ha dimostrato abilità, ha delle carte a suo favore»
Non solo. Di fronte a questa banalità passatista obsoleta quanto contro-producente, sembra dire Cacciari tra le righe, la Meloni «è stata votata perché nuova. Perché è stata all’opposizione. Ora sarà difficilissima per lei – dice il professore –. Ha dimostrato abilità, è la prima donna che guida il Paese. Ha delle carte a suo favore»… «Potrebbe avere chance se fosse capace di coinvolgere personalità di respiro internazionale. E magari cercherà di farlo», aggiunge il filosofo. Ma questa è tutta un’altra storia…