Caro Pino, l’artista può tifare solo a sinistra: dalla Cinquetti alla Sandrelli è un film già visto
Continuano i violenti attacchi, non solo sui social, contro Pino Insegno, “reo” di essere salito sul palco di piazza del Popolo e avere presentato Giorgia Meloni: la colpa del popolare artista è quella di non avere fatto uno spot alla sinistra. In Italia funziona così: si può fare l’endorsement (termine inglese obbrobrioso ma pressoché intraducibile) solo per i partiti eredi del Pci o a essi collegati. Chi si schiera dall’altra parte, va colpito e affondato. O perlomeno ridicolizzato.
Qualche esempio? Nelle stesse ore, Stefania Sandrelli registrava un video nel quale invitava a votare Emma Bonino e la sua lista Più Europa. Qualcuno l’ha criticata? Avete letto insulti, contumelie, addirittura fact checking, su quello che ha detto, come hanno fatto con Pino Insegno? No. Perché l’artista che si schiera con la sinistra ha scelto la “parte giusta”. La parte dei padroni del vapore. Nessuno, infatti, ha giustamente battuto ciglio e neppure ha sindacato sulle qualità artistiche della protagonista de La Chiave e di tanti altri classici della cinematografia italiana. Invece, se ti schieri con la destra, anche la tua carriera artistica e professionale viene improvvisamente messa in discussione. Delirante, ma vero.
L’artista o si dice di sinistra o deve tacere: la lezione della Cinquetti
Si dirà: ma Pino Insegno è salito sul palco di un comizio, si è schierato in piazza. Per gli smemorati: avete presente Gigliola Cinquetti, quella di Non ho l’età? La cantante (all’epoca anche conduttrice Rai) era la speaker dell’Ulivo per la campagna elettorale di Romano Prodi del 2006. Era proprio lei a fare da moderatrice sul Tir giallo del Professore. Ve la ricordate? Ed era la Cinquetti a fare da testimonial politico. Nessuno osò battere ciglio. Era amica di famiglia di Arturo Parisi, braccio destro di Prodi e quella amicizia non le impedì di condurre la trasmissione Elisir in Rai. A Pino Insegno, invece, reo di essere amico della Meloni, gli spazi nella Rai “giallorossa” sono stati chiusi, ma questa è tutta un’altra storia.
Più o meno come Pino Insegno è stata attaccata anche Laura Pausini. La cantante italiana più famosa nel mondo non ha neanche detto di votare a destra. Riceve insulti da quando si è rifiutata di cantare Bella Ciao. E meno male che il brano in questione è un inno alla libertà. La libertà di non cantarla, non è prevista. Insomma, il film è già visto: per la sinistra si è liberi, si è colti, si è intelligenti, si è artisti, solo se la si pensa come piace a loro.
La paura di Incontrada e la vigilia di Cruciani
Lo ha ribadito in queste ore l’attore Giorgio Pasotti, parlando di artisti che si accodano al carrozzone della sinistra solo per lavorare. Qualche malizioso osservatore ha notato che l’attore ha girato una delle fiction di maggiore successo accanto a Vanessa Incontrada. La stessa attrice che in questi giorni si è detta “spaventata” da una eventuale vittoria della Meloni. Verrebbe da risponderle con Giuseppe Cruciani: il conduttore de La Zanzara ha detto di aspettare la vittoria del centrodestra solo per vedere le facce di questi vip, all’indomani del 25 settembre. Nell’attesa, preparate i pop corn.