Ci mancava solo Rula Jebreal contro la Meloni: «I dittatori tifano per lei e brinderanno»
Mancava solo Rula Jebreal all’appello dei contestatori social pronti a inveire contro Giorgia Meloni. Oggi, all’elenco di cantanti e esponenti dem, si unisce a questa campagna elettorale di insulti al vetriolo e solite fanta-accuse anche la giornalista palestinese. Che in una serie di tweet al limite del “delirante”, dice la sua per contribuire a delineare uno scenario elettorale fittizio. Dalle tinte volutamente cupe. E dai toni forzosamente surreali.
La solita Rula Jebreal all’attacco (sconsiderato) di Giorgia Meloni
«Oggi sembra già iniziata l’era Meloni…»: esordisce così, in un tweet, la Jebreal. Pronta a non perdersi la ghiotta occasione di piazzarsi in prima linea – e in primo piano social – pur di alimentare la falsa narrazione della sinistra di un pericolo in arrivo da destra. Una rivisitazione ad hoc, quella della giornalista, in cui attraverso una serie di tweet la “barricadera Rula” rispolvera evergreen della sinistra che ammiccano a nostalgie passatiste, rivisitate e scorrette alla luce di improbabili commenti politici sull’intervento della polizia nelle scorse ore a Palermo, durante uno scontro tra qualche decina di manifestanti che volevano entrare in piazza per contestare il comizio di FdI.
Ma Rula Jebreal manca qualche informazione aggiornata…
La pietra dello “scandalo”, secondo la Jebreal – che tenta, erroneamente, di passare al setaccio le parole della Meloni (per interpretarle come meglio crede e come più è funzionale al suo discorso allarmistico) – peserebbe su alcune dichiarazioni della leader di Fdi, che in un comizio aveva affermato: «Sogno una nazione nella quale le persone che hanno dovuto abbassare la testa per tanti anni. Magari facendo finta che la pensavano in maniera diversa, sennò sarebbero stati tutti cacciati, possano dire come la pensano». Un pensiero peraltro, tanto per dirne una, che appena ieri l’attore Giorgio Pasotti ha confermato e rilanciato.
Notizie deformate e commenti surreali
Ma Rula non ne tiene conto. Così come non prende minimamente in considerazione – lei, benvoluta e gettonata nei salotti radical chic e negli open space della tv – che quel riferimento all’egemonia di pensiero della sinistra rimanda a un sistema di potere che la sinistra ha radicato nel terreno sociale. E così, parte lancia in resta con uno svarione che, nel voler ostinatamente richiamarsi alle nostalgie del passato storico a cui accennavamo poco fa, Rula Jebral ribatte sul solito, logoro argomento. Un punto su cui hanno deciso di desistere – almeno in questo stanco epilogo di questa campagna elettorale – persino gli avversari politici di sinistra. E così, su Twitter la giornalista tuona (capendo tutto al contrario): «L’ultimo messaggio della campagna elettorale di Giorgia Meloni è un ammiccamento/un cenno alla sua nostalgica base fascista».
Commenti deliranti: «I dittatori fanno il tifo per Giorgia e brinderanno, il prossimo 25 settembre»…
Inconsapevole – o volutamente silente – che come riporta anche Il Giornale oggi: «Dal palco del proprio comizio, la leader di Fratelli d’Italia ha lanciato messaggi tutt’altro che anti-democratici. “Siamo fieri di quello che siamo, non abbiamo bisogno di impedire agli altri di parlare. È quando non sai che dire, o non hai risposte dignitose da dare, che devi impedire agli altri di esprimersi”, aveva detto». Ma la Jebreal lo ignora. O finge di farlo. E irremovibile come sempre, ribatte (a sproposito): «I dittatori fanno il tifo per Giorgia e brinderanno, il prossimo 25 settembre, in caso di vittoria di Fdi e della destra». Rula, Rula: a quando un po’ di accuratezza documentale e un pizzico di onestà intellettuale (e politica)?