Cirinnà e attivisti Lgbt esultano per Sciarra alla Consulta: “Sta con le famiglie arcobaleno”
“Sicuramente la nomina della presidente Sciarra alla presidenza della Consulta è una buonissima notizia per noi che ci occupiamo di diritti, resta l’amarezza di un Parlamento troppo spesso immobile sulle grandi questioni che riguardano la vita delle persone, troppi parlamentari scelgono la strada di decidere e di non decidere”. Così Monica Cirinnà, senatrice Pd, commenta l’elezione della neo presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra.
La Cirinnà e le associazioni Lgbtq stanno commentando con grande entusiasmo l’elezione della giurista votata nel 2014 dal Parlamento su indicazione di Pd e M5s. Un entusiasmo che nasce, in particolare, dalla sentenza 32 del 2021, di cui la Sciarra era relatrice. Nella pronuncia definiva “intollerabile” il vuoto di tutela per le bambine e bambini delle famiglie Arcobaleno, invitava il Parlamento a provvedere.
Adinolfi”: “La neo presidente della Consulta Sciarra ha inforcato le lenti arcobaleno”
Decisamente di parere opposto Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia e co-fondatore di Alternativa per l’Italia (Apli). «Quando la giudice Sciarra definisce “intollerabile” assenza tutela per sedicenti famiglie arcobaleno si pone fuori da dettato costituzionale, fin d’ora sappiamo che non giudicherà con obiettività su questi temi». Così Adinolfi all’Adnkronos.
«La presidente della Corte Costituzionale – prosegue Adinolfi – non è una personalità che riconosciamo come garante dell’ordinamento giuridico della nazione. Ha inforcato gli occhiali dell’ideologia Lgbt e ha già dimostrato come le lenti arcobaleno offuscano la vista. Le ‘famiglie arcobaleno’ dal punto di vista costituzionale non esistono. Persino Giuliano Amato – attacca Adinolfi – ha spiegato con chiarezza come sia non a caso penalmente perseguibile nell’ordinamento giuridico italiano la barbara pratica dell’utero in affitto, unica modalità con cui due gay sprovvisti di utero possono ottenere un bambino».
Sciarra è la prima donna eletta giudice costituzionale dal Parlamento. Giuslavorista, originaria di Trani dove è nata 74 anni fa, è la seconda donna alla guida della Consulta a tre anni di distanza dall’esperienza di Marta Cartabia. Succede a Giuliano Amato, di cui è stata vicepresidente.
Non c’è solo la pronuncia che sollecita il legislatore a tutelare i diritti dei figli in un nucleo familiare costituito da due lesbiche (n. 32 del 2021), tra i provvedimenti che portano la firma del giudice Sciarra. La neo presidente della Consulta, che resterà in carica fino al novembre 2023, ha firmato anche, in temi di diritti fondamentali, due sentenze in tema di immigrazione. La pronuncia che prevede il riconoscimento ai cittadini di Stati terzi di prestazioni di sicurezza sociale per famiglie disagiate (n. 54 del 2022) e quella sull’assegno agli extracomunitari per il nucleo familiare (n. 67 del 2022).