Cultura, Mollicone presenta il programma di FdI: dalla riforma del Fus alla detrazione dei consumi
Dalla riforma del Fondo unico per lo spettacolo alle detrazioni dei consumi, al tax credit per il cinema esteso anche al teatro. Questi i punti chiave del programma di Fratelli d’Italia per la cultura. Anticipato oggi in una conferenza stampa a Montecitorio Federico Mollicone, responsabile nazionale del settore del partito di Giorgia Meloni.
Cultura, Mollicone presenta il programma di FdI
”Il nostro programma è molto articolato e di visione, costruito con le categorie”, ha spiegato Mollicone assicurando che il ”ministero della Cultura diventerà uno dei cardini strategici dell’azione di governo di Fdi”. ”Cultura è identità, è innovazione sostenibile, è rigenerazione delle periferie e borghi che tornano a vivere. Per questo la cultura è, naturalmente, made in Italy”.
“Identità, visione ed economia”
Cultura è “visione ma anche economia”, sottolinea Mollicone. Un sistema che “attiva 85 miliardi di euro di indotto ogni anno e occupa 1 milione e mezzo di persone”. Ogni euro investito in cultura “ne genera 4 in tutto il sistema economico. Per noi la cultura è industria ed economia”. Come prima istanza, ha detto, “abbiamo la riforma del Fus perché riteniamo che, a partire dal nome, sia assolutamente superato”. La procedura di erogazione del Fus, ha avvertito Mollicone, “non permette infatti un ricambio dei beneficiari. Non è fatto su base realmente meritocratica, non premia la qualità dei progetti d’arte proposti. Ma soprattutto non è inclusiva, si crea un circuito che se stai dentro stai dentro altrimenti stai fuori…”.
Al primo posto la detrazione dei consumi culturali
Sulla “detrazione dei consumi culturali”, ha ricordato, “abbiamo approvato in questi anni una serie infinita di ordini del giorno. Ma quando poi si è trattato di approvare emendamenti su questo tema, in particolare il Pd li ha sempre bocciati”. La detrazione dei consumi culturali è “fondamentale”. Nel post pandemia – continua il deputato di FdI – riabituerebbe al consumo culturale, favorirebbe le famiglie basso spendenti che non dovrebbero più scegliere se mangiare una pizza o andare a teatro”. Sarebbe un “volano”, che porterebbe un indotto maggiore alla cultura. “Studieremo poi” – ha concluso Mollicone – un “modo per estendere tax credit anche allo spettacolo dal vivo: il sistema del tax credit è un sistema virtuoso, che attira investimenti e produce investimenti culturali. Se ha funzionato per il cinema non si capisce perché non dovrebbe funzionare anche per il teatro”.