Da Gianni Amelio a Venezia l’ultimo spot sui diritti civili tra appelli elettorali e strizzatine d’occhio a Zan
Il regista Gianni Amelio sbarca alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo ultimo film e con un bagaglio emotivo e politico carico di risentimento e di rimpianto per l’occasione perduta nel ’68. Quando, ricorda il regista a viva voce, «scendevamo per strada per cambiare le cose… E non ci siamo riusciti». Così, tra rammarico e motivazione elettorale, anche lui si aggiunge al lungo elenco di aedi della sinistra pronti ad allertare sulla “pericolosità” di «una campagna elettorale imbarazzante e inquietante». Senza tralasciare – data l’opportunità di parlare al pubblico di cinefili e dal blasonato pulpito del Lido – di promuovere un immancabile endorsement a Zan e compagni. E, tra citazioni, omaggi e ricordi, l’ennesimo spot alla sinistra in panne.
Gianni Amelio a Venezia tra rimpianto sessantottino, appelli elettorali e strizzatine d’occhio a Zan
«I diritti umani sono in pericolo – ha tuonato allora il regista –. E chi fa le leggi deve tutelare la libertà di ciascuno». Aggiungendo a stretto giro: «Ci sono altre forme invisibili di coercizione… Qualcuno ha detto: “Ci sono le unioni civili, dovete accontentarvi”». E ancora: «La mancanza di amore e di empatia è pericolosa. Penso alla signora in centro a Milano che pochi giorni fa ha chiamato la polizia per denunciare due ragazzi che si baciavano per strada». Esternazioni rosso fuoco, quelle di Amelio, che dalla disillusione politica odierna, e da un fatto di cronaca recente, è partito per presentare in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia Il signore delle formiche: la sua ultima fatica d’autore che arriverà nelle sale l’8 settembre…
Diritti civili: l’omaggio di Gianni Amelio a Emma Bonino e al Partito Radicale
Una storia che si rifà a un caso giudiziario di cinquant’anni fa. E che vede Luigi Lo Cascio nei panni dell’ex partigiano, scrittore e poeta omosessuale Aldo Braibanti, che nel ’68 fu condannato per plagio a 9 anni di carcere, mentre il suo compagno venne rinchiuso in manicomio. Un film che, spiega Amelio e riporta la Repubblica, racconta di chi – come Emma Bonino, che compare in un fotogramma – «si impegna con altri per sollevare il dibattito». Anche se la Bonino non era ancora nei radicali nel ’68 – e lo precisa lo stesso regista – che poi però spiega: «Volevo rendere omaggio al Partito Radicale che è stato quello che si è più si è speso per le battaglie dei diritti civili». Ma anche formulare un racconto cinematografico che, tra vis critica e ricostruzione storica, parla di «un giornale del più grande partito di massa, il Pci, insensibile ai diritti civili, con qualche componente omofoba.
“Allarme rosso”: «I diritti sono in pericolo, non c’è solo l’economia allo sfascio…»
Un tema ancora aperto… Certo oggi la partita dei diritti civili è una di quelle che si gioca alle imminenti elezioni. Ma non certo la più rappresentativa della maggior parte degli italiani. Eppure il regista di Hammamet guardando ed evocando a più riprese nel discorso l’appuntamento del 25 settembre, non manca di ricordare che, anche se è vero che «siamo in un periodo in cui l’economia è allo sfascio, non pensiamo solo a quello. Pensiamo anche ai diritti civili». Come se crisi economica. Caro bollette. Crisi energetica. Disoccupazione. Famiglie allo stremo. Imprese al collasso. E lotta all’omofobia, fossero tutte emergenze sullo stesso piano.