Deliranti insulti alla Meloni dalla cantante inglese Skin: “Fascista, razzista, perseguita neri e mulatti”
Non bastava il coretto italiano, da Giorgia a Loredana Bertè a Guccini, contro la destra e contro Giorgia Meloni, accusata di qualsiasi nefandezza. Spunta una “hater” anche dall’estero, quello di Skin, leader degli Skun Anansie, un nome noto nella musica, molto meno, finora, per le sue posizioni politiche.
Meloni insultata da Skin, leader degli Skunk Anansie
“Mi rattrista vedere la mia amata Italia sprofondare verso il fascismo per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. Questa è Georgia Meloni, che potrebbe diventare il prossimo presidente del Consiglio italiano, il suo partito discende da Benito Mussolini e demonizza profughi e clandestini”, scrive Skin su Instagram, sparando ad alzo zero contro la leader di fratelli d’Italia e l’ipotesi di una vittoria del centro destra alle prossime elezioni. “Stessa vecchia merd*, stessa vecchia agenda di destra fascista e razzista -scrive la cantante, che pubblica il commento pubblica a corredo di una foto della Meloni- I neri e i mulatti non hanno alcun potere in Italia, ma vengono incolpati per tutto quello che l’élite italiana rovina continuamente”. Un delirio, c’è poco da dire.
Il finto matrimonio lesbo simulato dalla cantante
Skin è dichiaratamente bisessuale e l’11 agosto 2013 aveva simulato, non essendo ancora legale in Italia, un matrimonio omosessuale con la sua produttrice, Christiana Wyly, presso il Castel Campo (nel comune di Comano Terme) in Trentino-Alto Adige. Due anni dopo le due si separarono. Nel settembre 2020 annunciò le future nozze con la performer e scrittrice canadese Ladyfag. Nel dicembre 2021 è diventata madre della piccola Lev Lylah.
Fin dal referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea del 2016, Skin si era espressa pubblicamente contro la Brexit in numerose interviste, dettagliando gli effetti sul Paese in termini di aumento del razzismo, carenza di manodopera generica e qualificata e generale impoverimento della cultura britannica.