Di Battista bombarda ancora Di Maio: «Coccige ergo sum». E su “Giggino” rabbia e sfottò
Alessandro Di Battista continua a colpire a testa bassa Di Maio. Stavolta su Twitter, con una foto che ritrae “Luigino” seduto in pizzo sulla poltrona dello studio di “Mezz’ora in più”, il programma di Rai Tre condotto da Lucia Annunziata. Duro il commento: «Coccige ergo sum». In sostanza, l’attuale ministro (destinato a non diventarlo più) pensa solo ad accomodarsi da qualche parte.
Di Battista, bombardamento su Di Maio
Non è la prima volta che Di Battista va all’attacco di Di Maio. Altri giudizi pesanti nei giorni scorsi. «Luigi non ha un voto. Chi conosce il fanciullo di oggi, lo evita. Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi. Perché il Pd dovrebbe concedergli il “diritto di tribuna”? È un modo politicamente corretto per descrivere il solito paracadute sicuro, tipo la Boschi candidata a Bolzano nel 2018. Perché? Che rassicurazioni ha avuto mesi fa, quando portava, insieme a Grillo, il M5s tra le braccia di Draghi? Queste sono domande che dovrebbero avanzare i giornalisti».
Il commento sarcastico di Giuseppe Conte
Ma su “Giggino” arriva una pioggia di critiche da ogni parte. «Di Maio? I sondaggi non gli danno nemmeno l’1%, lasciamolo alla sua fortuna politica»- Queste le paroe di Giuseppe Conte. «Abbiamo avuto un ministro degli Esteri che, anziché dedicarsi a tempo pieno agli sforzi diplomatici, si è dedicato a costruire un partitino elettorale per i suoi comodi e i suoi destini personali».
Renzi: «Non esiste più politicamente»
«Di Maio mi attacca per dimostrare che politicamente esiste ancora», ha detto Matteo Renzi nei giorni scorsi. «No, non esiste più. Si occupi di politica estera, signor Ministro, se ne è capace. Pensi a Kiev, Taiwan, Tripoli. Poi tra un mese lascerà finalmente la Farnesina tornando ad attività per le quali è più portato».
Gasparri: «Di Maio pensi… alla Cina»
Duro anche il commento di Maurizio Gasparri. «A Di Maio, che dà lezioni da neo moderato, assai poco credibile in verità, ricordiamo l’atteggiamento servile che aveva nei confronti dei cinesi fin dall’avvio della sua esperienza di governo. Fautore della “Via della seta”, salvo non conoscere il nome del leader cinese che chiamava “Bing”», la dichiarazione del senatore azzurro.