Dossier taroccati e minacce all’Italia, quegli aiutini elettorali al Pd “estero su estero”
Dunque, ricapitoliamo: il Dipartimento di Stato Usa diffonde la notizia di 300 milioni di dollari dispensati da Mosca a partiti amici in diversi Paesi, e in Italia si scatena la caccia al putiniano. Occhi puntati sulla Lega (ma non solo) al grido «la Russia vuole manipolare il voto». Poi scopriamo – sempre fonte americana – che in quell’elenco non c’è alcun partito italiano e parte la gara a decifrare il messaggio arrivato da Washington. Il più esplicito di tutti è Stefano Folli su Repubblica, secondo cui il bersaglio del pizzino a “stelle e strisce” è Matteo Salvini, di cui gli Usa mal vedrebbero il ritorno al Viminale data le sua ben nota simpatia per Putin. E tutto questo mentre mancano una decina di giorni alle elezioni.
Italia ventre molle
Morale: con sovrano sprezzo del ridicolo la nostra stampa riesce ad accusare Mosca di ingerenze nella nostra campagna elettorale nello stesso istante in cui essa accredita manovre americane finalizzate ad influire sulla composizione del nostro futuro governo. Ricordiamo agli immemori che, fino a prova contraria, leader e partiti la bocciatura devono riceverla dalle urne e non a mezzo dossier, per di più taroccati. Ma evidentemente tutto torna utile quando c’è da dare un aiutino al Pd e alla sinistra, persino fare a cazzotti contro la logica e la verità dei fatti.
Colonia a nostra insaputa
Lo stesso dicasi per il voto espresso nell’europarlamento di Strasburgo da Fratelli d’Italia e Lega contro la “condanna” dell’Ungheria di Viktor Orbàn. In questo caso, la stampa ha dato conto dell’insofferenza di alcune non meglio precisate «cancellerie europee», pronte a minacciare l’Italia se in una prossima occasione voterà altrettanto «male». Insomma, almeno a dar retta ai nostri giornaloni, siamo diventati colonia a nostra insaputa. Tanto è vero che da Oltreoceano e da Bruxelles ci direbbero esattamente quel che dobbiamo e non dobbiamo fare. Con buona pace dei «pupazzi prezzolati» (copyright Mario Draghi) incaricati di condizionare il libero voto degli italiani.