“Emergenza antifascista”: esce la mappa delle violenze rosse e dei centri sociali coccolati dalle istituzioni

22 Set 2022 15:47 - di Sara De Vico

Cagliari, Caserta, Palermo. Sono solo le ultime piazze dove si sono verificate pesanti contestazioni contro Giorgia Meloni, in una campagna elettorale violenta contro il “mostro nero”. Che ha visto centri sociali, anarchici e la rete della sinistra antagonista in prima linea contro la leader di Fratelli d’Italia. In un escalation di violenze e provocazioni.

Emergenza antifascista, il saggio di Francesca Totolo

Sui media, ispirati dalla sinistra, si è acceso un dibattito surreale  sull’emergenza fascismo ma le cronache testimoniano l’esatto contrario. “Siamo di fronte a una vera e propria emergenza antifascismo”,  osserva la ricercatrice Francesca Totolo. Che ha appena pubblicato per Altaforte un saggio in cui, “dati, sentenze e analisi d’intelligence alla mano”, disegna la mappa delle “violenze rosse” in Italia. E ricorda che “solo nel solo 2021 sono stati 31 gli attentati di matrice anarchica in Italia”.

La mappa delle violenze rosse in Italia

La ricercatrice  ha esplorato una vera e di “una galassia disseminata su tutto il territorio nazionale che pratica sistematicamente la violenza politica. E, in alcuni casi, addirittura il terrorismo sotto l’ala protettiva di giunte, amministrazioni e partiti della sinistra istituzionale”. L’altro aspetto inquietante della vicenda sta proprio nella copertura delle istituzioni che ‘coccolano’ i centri sociali e minimizzano il pericolo.

Centro sociali okkupati disseminati in tutta Italia

Nel saggio Emergenza Antifascismo Totolo fotografa, città per città, le situazioni più gravi. Si parte da Torino. Dove sono oltre “una ventina le aggressioni, le violenze di piazza e le azioni sovversive di matrice rossa” negli ultimi dieci anni. In questa area la fanno da padroni i centri sociali Askatasuna e Asilo Occupato. La regione che ‘ospita’ più violenze, però, è l’Emilia-Romagna. Capitale dell’attivismo rosso. Che affonda le sue radici nel cosiddetto ‘Triangolo della morte'”, scrive Totolo.

Roma capitale dei centri sociali abusivi

Nel Nord-est “sono una quindicina i centri sociali attivi”. Alcuni dei quali impegnati negli scontri alla frontiera austriaca. A Milano sono “circa 24 i centri sociali attivi. Che, in massima parte, hanno trovato sede in stabili occupati”. A battere il record di centri sociali occupati abusivamente è però Roma. Con 80 sedi conquistate nella indifferenza dell’amministrazione capitolina. Il Metropoliz di via Prenestina, l’ex sede Inpdai di viale delle Province e lo Spin Time Labs sono solo alcuni dei palazzi più famosi occupati.

Violenza politica e criminalità

“Basta aggirarsi – sottolinea Totolo nel saggio – nei pressi del coccolatissimo Spin Time Labs, bacino di voti del sindaco Roberto Gualtieri, per rendersi conto dell’emergenza sicurezza e criminalità causata da tale occupazione”. Nel Centro Italia c’è poi una regione considerata “insospettabile”: l’Umbria. “Diventata la centrale operativa del movimento anarchico”.

A Milano il link con la giunta De Magistris

La situazione non è più rassicurante in Campania. Napoli, dove  domani la Meloni chiuderà la campagna elettorale (all’Arenile di Bagnoli), è spesso teatro di violenze. Qui – spiega ancora la ricercatrice – i centri sociali si sono divisi tra lotta e governo. Nel capoluogo campano, dove esiste un’alleanza politica  “tra la giunta De Magistris e i centri sociali”, sono molto frequenti gli scontri durante le manifestazioni. Come quando gli antagonisti bruciarono il centro di Napoli ad ottobre del 2020.

Aggressioni contro la destra in Sicilia

Totolo registra numerose aggressioni nel corso degli anni contro esponenti di CasaPound ed esponenti di destra a Palermo. In Sardegna, invece, gli anarchici, gli indipendentisti e i centri sociali hanno creato spesso “sinergie per fare dell’isola “un’utopia comunista guevariana”. Che l’emergenza antifascista esiste lo dimostra la relazione annuale dei servizi presentata in Parlamento. “Una sola pagina è stata dedicata alla destra radicale”. Mentre erano “ben cinque” sono dedicate “all’eversione ed estremismo di sinistra”.

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