Esplosioni nel Baltico, colpiti i gasdotti Nord Stream: “È un sabotaggio”. Il prezzo del gas sale del 20%
È giallo sulle due esplosioni registrate nel Mar Baltico, vicino ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, dove ci sono state tre fughe di gas. Lo ha riferito l’Osservatorio sismico svedese, citato dalla televisione Stv: le esplosioni sarebbero avvenute nella giornata di lunedì 26 settembre. Le forze armate danesi diffondono le immagini dei tratti di mare interessati: l’acqua in superficie ribolle e l’area interessate, secondo le forze armate, si estende per oltre un chilometro.
La fuga di metano in Nord Stream 2, non ancora in servizio a causa della guerra in Ucraina, sarebbe a 70 metri di profondità, a 12 miglia nautiche dall’isola di Bornholm, in acque internazionali. L’operatore della rete parla di danni “senza precedenti” a tre linee offshore, aggiungendo che è impossibile stabilire quando verrà ripristinata la capacità funzionale del sistema. Il prezzo del gas allunga nel finale dopo una seduta in cui è ripartito per i danni al Nord Stream e i dubbi sulle loro origini. A meno di mezz’ora dal termine delle contrattazioni il contratto Ttf ad Amsterdam è balzato sopra i 200 euro toccando i 207 euro al megawattora (+19%) .
Che cosa sono i gasdotti Nord Stream
I gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 attraversano entrambi il Mar Baltico per trasportare il gas naturale dalla Russia alla Germania, e oggi sia le autorità di sicurezza tedesche che quelle danesi hanno avviato approfondite indagine: sarà un caso, ma tutto questo accade mentre è prevista l’inaugurazione di una nuova pipeline per rendere la Polonia e altri Paesi europei meno dipendenti dal gas russo, la Baltic Pipe.
In Rete il video delle esplosioni sui gasdotti Nord Stream
In conseguenza dell’attacco della Russia all’Ucraina, sia per il “congelamento” di Nord Stream 2 imposto e poi per la chiusura dei rubinetti di Nord Stream 1 da parte di Mosca, nessuno dei due gasdotti trasporta attualmente gas naturale verso l’Europa: tuttavia, entrambe le pipeline risultano piene. Materia incandescente, che ha scatenato immediatamente il meccanismo delle accuse reciproche.
La versione del Cremlino: “Non si può escludere nessuna possibilità”
La Germania ipotizza degli “attacchi” ai gasdotti – come delle fonti hanno rivelato al quotidiano Tagesspiegel – tanto che al governo federale guidato da Olaf Scholz si ritiene che questi danneggiamenti alle pipeline “non siano un caso”. In termini non troppo dissimili si è espressa la premier danese Matte Frederiksen: “Difficile immaginare che si tratti di perdite accidentali”.
Il Cremlino non esclude che i guasti rilevati possano essere il risultato di un atto di sabotaggio. “Non si può escludere nessuna possibilità”. Il portavoce, Dmitry Peskov si è detto “estremamente preoccupato” per il calo della pressione delle linee dell’infrastruttura: “È una notizia molto inquietante, una situazione senza precedenti che richiede una indagine urgente”. La questione, ha aggiunto, “è legata alla sicurezza energetica dell’intero continente”.
Il premier polacco: “Chiaramente è un atto di sabotaggio”
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha parlato di «sabotaggio» commentando l’imponente fuga di gas dal gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico, in Danimarca. «Non conosciamo ancora i dettagli di quello che è successo lì, ma possiamo vedere chiaramente che c’è stato un atto di sabotaggio», ha detto Morawiecki citato da Dpa oggi a Goleniow vicino a Stettino, in Polonia, dove ha assistito all’apertura del gasdotto Baltic Pipe. Questo atto di sabotaggio è «probabilmente il prossimo livello di escalation con cui abbiamo a che fare in Ucraina».
Al momento, è vietata la navigazione entro un raggio di 5 miglia nautiche (circa 9 chilometri) e il sorvolo entro un raggio di 1 chilometro attorno al luogo delle perdite. Secondo le autorità, gli incidenti non hanno conseguenze per la sicurezza o la salute dei residenti delle vicine isole danesi di Bornholm e Christianso. Inoltre, l’approvvigionamento energetico del paese non è coinvolto.