Ezio Mauro ha le allucinazioni: “Il 26 settembre ci sveglieremo ancora occidentali? Con questa destra…”
“Ci sveglieremo ancora occidentali, se dopo il voto vincesse questa destra”? Lo scettro dell’ultimo delirio contro la Meloni spetta a Ezio Mauro, che in un editoriale su Repubblica sparge allarmismi e catastrofismi a piene mani. La domanda che si pone a fine articolo è in realtà un’interrogativa retorica. La sua risposta è no: ci troveremmo dalla sera alla mattina in un’Europa “di sperimentazione neo-autoritaria” e non più in quella liberal democratica. Sono gravi le sue affermazioni. Mauro arriva a delinaere i contorni di questa deriva che con la destra ci porterebbe fuori dalla tradizione occidentale. E arriva a chiedersi: “Meloni è atlantista, a differenza di Salvini: ma entrambi possono dire di essere occidentali?”. L’elucubrazione prosegue.
Ezio Mauro su Repubblica pensa che la Meloni importi il “canone putiniano”
Un modello – quello che la destra al governo potrebbe imprimere- che “è stato battezzato quattro anni fa da Vladimir Putin” il quale “ha teorizzato che la democrazia non deve per forza essere liberale”. “Il canone putiniano”, prosegue Mauro- “convince il presidente turco Erdogan, autocrate membro della Nato, e il primo ministro ungherese Orbán; leader illiberale di un Paese che fa parte della Ue. Dunque il modello neo-autoritario di Mosca contagia l’Europa, e sbarca in Occidente”. E il timore dell’editorialista è che la Meloni e Salvini possano trasformarsi in Orban, Putin ed Erdogan da un giono all’altro, importandone i modelli autocratici e illiberali. Ma Mauro sta scherzando? Davvero crede a quello che scrive, che la destra voglia trascinare l’Italia fuori dall’Occidente? Non gli basta la postura antiputiniana ribadita e manifestata con i fatti da parte della leader di FdI? La franchezza e la linearità della Meloni sono una garanzia, Mauro dorma sonni tranquilli.
Ezio Mauro: “La democrazia è debole, e con questa destra…”
Sembra di sognare. Il ragionamento dell’ex direttore di Repubblica: “Logorata dalle tre crisi finanziaria, sanitaria, della rappresentanza, la democrazia non gode di buona salute”. E la “cura” che secondo lui la destra porterebbe è “una predicazione populista che scarica tutte le colpe della crisi sulla democrazia, denunciandola come una creatura del Novecento adatta solo ai periodi di redistribuzione. Troppo gravata dal groviglio di regole che la appesantiscono e troppo debole per fronteggiare l’emergenza. Meglio puntare su un’identificazione totale tra il leader e il popolo”. Grossa contraddizione. Le riforme che il centrodestra vorrebbe apportare andrebbero proprio nella direzione di un miglioramento del sistema democratico. A meno che per Mauro il presidenzialismo sia un iattura per noi e un toccasana per la Francia, ad esempio. Quando si parla di destra la lucidità di molti editorialisti si offusca. A meno che non voglia lasciare la nostra democrazia “che non gode di buona salute” nel reparto lungodegenti.
Mauro pensa che Meloni si trasformi in Orban e Putin
Ma Mauro va dritto per il suo assunto assurdo: la sua paura è che se “Lega e Fratelli d’Italia, che hanno votato contro il giudizio sull’Ungheria” del parlamento europeo “vincessero le elezioni; nei vertici europei questa sarebbe la posizione dell’Italia, capovolgendo la tradizione”. Per lui “l’estrema destra italiana si dimostra più vicina a Budapest che a Bruxelles, esposta alla tentazione putiniana con Salvini, orbaniana con Meloni, col rischio di trascinare un Paese fondatore della Ue come l’Italia ai margini dell’Unione, e di spostare il principio di contraddizione europeo a casa nostra”. Ci sveglieremo ancora occidentali?”. Consigliamo a Mauro di dormire sonni tranquilli.