Franceschini lancia il suo “Enrico, stai sereno”: «Dopo il voto la segreteria di Letta non rischia»
Evoca lo statuto del partito, nega tensioni interne, assicura che Enrico Letta resterà saldo al comando fino alla scadenza naturale del suo mandato. «La segreteria di Letta dopo il voto non vacillerà in nessun caso», dice Dario Franceschini, sostenendo che quest’idea per cui il segretario il 26 settembre potrebbe finire sotto processo ed essere costretto a lasciare è una storiella, «una falsa descrizione», messa in giro dalla destra. Sarà. Epperò, questo «la sua segreteria non vacillerà» suona tanto come una nuova edizione dell’ormai proverbiale “Enrico, stai sereno” di renziana memoria.
Franceschini: «Dopo il voto, la segreteria di Letta non vacillerà»
«Letta lo abbiamo chiamato tutti in un momento difficile per il partito. È venuto e lo sta guidando con efficacia, in modo collegiale, ogni scelta, giusta o sbagliata che sia, la stiamo facendo tutti insieme. C’è stato raramente nella storia del Pd un momento di unità sostanziale come questo», ha sostenuto Franceschini in un’intervista a La Stampa. Certo, il quotidiano è di Torino, quindi magari lì l’eco, per esempio, delle vicende laziali, dalle sceneggiate del frusinate alle lotte per la successione alla Regione, non è arrivato e così Franceschini non è chiamato a risponderne, come invece deve fare sulla questione della latitanza di big e ministri dalla campagna elettorale.
Un processo politico a Letta? Lo statuto non lo prevede…
«Ma della Lega chi si vede oltre a Salvini? E di Fratelli d’Italia, chi si vede oltre alla Meloni? È giusto che la visibilità massima la abbia Enrico, che ha il nostro massimo impegno in campagna elettorale tutti i santi giorni», spiega Franceschini, la cui risposta ha però implicazioni molto precise: se la campagna elettorale è tutta nelle mani di Letta, di chi sarà la responsabilità di quella che si prefigura come una batosta epocale? Franceschi non sembra voler considerare la questione, ma per allontanare l’idea di un redde rationem si appella alla burocrazia interna invece che alla politica.
«Non vacillerà» suona come il nuovo “Enrico, stai sereno”
«Il nostro statuto è molto chiaro, chi subentra al segretario eletto con le primarie, resta in carica fino alla scadenza naturale, è capitato anche a me quando si dimise Veltroni. Piantiamola con questa narrazione che fa solo comodo alla destra», tuona Franceschini, chiarendo che quindi, no, non ci sarà neanche un congresso entro fine anno. Insomma, “Enrico, stai sereno”.