Guccini “costretto” a votare Casini a Bologna. Poi insulta la Meloni: “Violenta, urla continuamente”
Francesco Guccini che entra nella cabina elettorale per votare Pierferdinando Casini è una notizia mica male per un anarchico libertario come si definisce il cantautore intervistato da Repubblica. Che fine ingloriosa… Già aveva fatto molta tristezza il suo accodarsi al coro antimeloniano durate la trasmissione PropagandaLive. Le sue parole contro la leader di FdI sono talmente piaciute, che il quotidiano di Molinari ne ha approfittato per fare il bis e dedicare una pagina intera alla scelta elettorale del grande artista, molto amato anche a destra. Che aggiunge altra acqua al mulino antimeloniano.
Guccini: “Voto Casini, perché no?”
Il cantautore emiliano precisa di non essere mai stato comunista e conferma che al Senato voterà Casini. E lei per chi voterà domenica? Alla domanda risponde: «Io voto Pd». Voterà a Bologna, dove è residente. Dunque al Senato sarà giocoforza voptare per l’ex Dc candidatosi nelle liste del Pd. Vecchioni si informa: «Chi è l’altro?». L’altro candidato è Vittorio Sgarbi. Dunque il cantautore commenta: «Ah, ecco. Casini me lo presentò un frate domenicano, Michele Casali, all’Osteria delle Dame, come “il più giovane deputato del Parlamento”». Da quarant’ anni l’ex Dc è ancora lì. Del resto, chiede Guccini «Ci sono altre soluzioni? E quindi Casini, perché no?».
Guccini: “Meloni? Gli elettori in democrazia hanno ragione, godetevela…”
Ecco come spiega il successo di Giorgia Meloni. «Quando ero ragazzo nelle balere si approcciavano le donne con un “balla, signora?”. Ed era o sì o no. Una volta una ragazza rispose così a un mio amico: “Proviamo anche questa”. Ecco, gli italiani, dopo aver provato Berlusconi, Renzi, Grillo, Salvini, vogliono provare Meloni; è qualcosa di connotato alla società italiana, ma sono innamoramenti di pancia, che sfioriscono presto». E aggiunge, ancor più sgradevolmente: «Gli elettori in democrazia hanno sempre ragione. A loro dico: “Godetevela!”». In una campagna elettorale dove i politici di sinistra hanno dato il peggio, spiace constatare che il peggio viene espresso anche da artisti considerati anticonformisti che alla fine copiano alla lettere il mainstream trito e ritrito.
“Meloni violenta, urla continuamente”
Anche Vecchioni non si sottrae alla “grande paura” di un centrodestra al governo: Meloni «Ha due facce – sentenzia Guccini- :quella dell’endorsement a Vox, di “io donna e cristiana”; e quella atlantica, europeista, pro Euro, per smussare gli angoli. I contadini di Pavana definivano questo atteggiamento “da uova e da latte». Dunque, la domanda è spontanea: in quale delle “due” Meloni crede? Qual è la vera faccia? E lui categorico: «L’origine non si dissimula, alla fine viene fuori. Ha notato com’ è violenta nei comizi? Urla continuamente». Poi ripette luoghi comuni ampiamente superati in questa campagna elettorale: della destra al governo “temo l’involuzione sui diritti e sulle libertà personali. Dicono che non toccheranno la 194 sull’aborto, vedremo. Rischiamo una regressione conservatrice. E poi vogliono mettere in discussione il rapporto con l’Europa, come rivela l’appoggio a Orbán, un grande reazionario. Dicono: ‘Orban è stato democraticamente eletto. Beh, anche Hitler lo fu'”. La solita retorica. Guggini ha preso troppo alla lettera Letta. Meloni non ha mai detto di volere toccare i diritti, legge 194 in primis. Stia sereno.