I rubli di Putin, Repubblica usa la macchinetta del fango. Di Maio deve ammettere che ancora non c’è un solo nome
No, Repubblica non ci sta ad abbandonare il filone dei rubli di Putin ai partiti italiani. Distillando veleno e allusioni, agitando sospetti, evocando parallelismi. Insomma un po’ di macchinetta del fango. Basterà? Secondo Piero Sansonetti no. La gente pensa alle bollette, ai razionamenti, all’inverno dell’austerity. Cose concrete. E anche se Di Maio ci prova, assicurando che arriverà altra roba da Washington, questo giochino non ha funzionato.
Per Repubblica nel dossier Usa l’Italia c’è
Repubblica però non ha trovato alternative al momento. Così titola: “Soldi da Mosca. C’è l’Italia nel dossier Usa“. E poi l’inviato Mastrolilli scrive: “L’Italia c’è, nel dossier americano sulla corruzione russa nel mondo. E non poteva essere altrimenti, considerando i rapporti con Mosca costruiti negli ultimi decenni da diversi partiti rilevanti. Non è un segreto, del resto, che forze come Lega o M5S frenano apertamente sulle sanzioni alla Russia e le armi all’Ucraina. Questo non implica un loro coinvolgimento diretto, ma alimenta i dubbi sulle politiche dell’eventuale futuro governo italiano. Lo conferma a Repubblica una fonte molto autorevole, con diretta conoscenza dei fatti, che ne ha discusso con i vertici del dipartimento di Stato”. Siamo sempre ai “si dice”, ai “pare che”, ai condizionamenti indiretti. O ai “pizzini”, come li ha chiamati Augusto Minzolini.
Di Maio vuole una commissione d’inchiesta
E Luigi Di Maio ci sguazza, anziché approfittare del suo ruolo per chiedere rispetto per la delicata fase che l’Italia sta vivendo. “Noi come Governo saremo in continuo aggiornamento, come è sempre stato, con i nostri alleati. Se ci saranno novità ovviamente lo diremo. Però politicamente il tema è che noi da tempo proponiamo una Commissione d’inchiesta sui rapporti tra leader e partiti italiani e Russia. E’ molto importante che si faccia chiarezza”.
Il ministro ammette che ancora non si sa nulla e stuzzica Salvini
La Farnesina non sa nulla dunque. Lo dice lo stesso ministro. Ma agita lo spauracchio di altre rivelazioni e lo utilizza contro Salvini: “Nel 2018 – afferma – c’era stato un tentativo da parte della Lega di mettere nella legge anticorruzione ‘Spazzacorrotti’ una norma che permettesse sostanzialmente di ricevere finanziamenti da Paesi esteri o da personalità estere per i partiti. Allora io chiedo a Salvini di confrontarci: perché volevi una norma che consentisse a personalità estere o a Governi esteri di finanziare i partiti italiani?”.