Il grido disperato delle femministe: «Giorgia Meloni no pasaran. Non facciamoci ingannare»
A sei giorni dal voto il plotone di esecuzione contro Giorgia Meloni non conosce pause. Oggi le femministe tornano all’attacco con la stanca litanìa del pericoloso maschilismo che ispirerebbe la leader di Fratelli d’Italia nostalgica del patriarcato. Da tenere a distanza di sicurezza da Palazzo Chigi. Dopo la chicca di Natalia Aspesi (che l’aveva accusata di pensare al maschile), e la grancassa mediatica inaugurata da Repubblica, dedita a fare le analisi di laboratorio sul tasso di ‘vero’ femminismo della leader della destra, dall’assemblea della Casa Internazionale delle Donne si leva un solo grido “Giorgia Meloni no pasaran”. Sottotitolo ‘non facciamoci ingannare! Non basta essere donna, serve femminismo’. Parole che riecheggiano quelle di Letta che qualche giorno fa aveva ‘consigliato’ alla leader di FdI come “essere davvero donna”, scatenando l’ironia dell’interessata.
Femministe all’attacco: non fatevi ingannare dalla Meloni
“Ai vari tentativi di esponenti di destra di presentarsi come femministe del nuovo millennio, rispondiamo che non può esserci femminismo senza la consapevolezza della lotta tesa a rendere esigibili i diritti di tutte e di tutti. La politica che perseguiamo è trasformativa dei parametri su cui si fonda la nostra società. Pertanto lottiamo contro il maschilismo, il razzismo, il classismo, l’omofobia e la guerra”. Così in una nota militante la Casa Internazionale delle Donne e l’Assemblea dei luoghi delle donne. Un vero e proprio grido di allarme di fronte al consenso crescente della Meloni che, invece, numeri alla mano, seduce uomini e donne. Tra queste soprattutto quelle meno fortunate, sfruttate, che vivono ai margini della società e che vedono in FdI un messaggio di speranza. Non a caso parlano di trappola. E pretendono di mettere in guardia le donne dall’imbroglio. Il comunicato è un compendio di tutte le accuse che da settimane tentano di criminalizzare la destra. Uno dietro l’altro tutti i luoghi comuni sul pericolo nero. Dal maschilismo alle politiche “medievali” per la famiglia, dai temi sensibili alla geopolitica.
Gli stereotipi duri a morire su maschilismo e patriarcato
“Come donne e femministe prendiamo pertanto parola per dire: facciamo attenzione! Non basta essere donna, per rappresentare le nostre lotte e le rivendicazioni di cui siamo portatrici da anni! Le nostre proposte e i nostri diritti appartengono ad una visione del Paese diametralmente opposta a quelle della destra e di Giorgia Meloni. Lo sappiamo perché ricordiamo i loro apprezzamenti e la loro vicinanza ad Orban. E alle sue politiche reazionarie ed escludenti. Non ci faremo ingannare perciò da chi si ispira a valori che mortificano emancipazione e libertà. Che animano una visione stereotipata e patriarcale, che relegano la donna al ruolo di cura e la famiglia al luogo naturale delle madri, che criminalizzano le diversità”.
L’appello all’antifascismo e il pericolo delle destre
Non manca il sempreverde tocco antifascista. Chissà che c’entra. “Come donne e femministe ci riconosciamo storicamente nei valori della nostra Costituzione, democratica e antifascista”. E giù con gli stereotipi più datati sulla destra becera e passatista: negazione dei diritti, istinti guerrafondai, arretramento politico e culturale. “Siamo donne, femministe, pacifiste, democratiche, ecologiste e libertarie: non ci faremo ingannare”. Più che un grido di allarme è una voce spompata, frutto di retaggi ideologici e della disperazione per aver perso il contatto con la realtà e il tessuto sociale. Da qualche anno è la sinistra ad avere qualche problema con il ‘femminile”. E si vede.