Il prete che seppellisce i bimbi mai nati: «Bene FdI, i feti non sono carcasse o spazzatura»
Non è un’iniziativa «contro le donne» e le polemiche «non fanno che confondere», provocando una sofferenza ulteriore a quei genitori che considerano il loro bimbo perso un figlio, anche se non è riuscito a nascere. Don Maurizio Gagliardini difende la proposta di FdI sul cimitero dei feti, spiegando perché le critiche e le accuse lanciate da Pd e M5S sul fatto che si tratterebbe di una misura «oscurantista e contro le donne» non possono essere accettate. «Un feto non è una carcassa, o spazzatura, è un resto mortale. Come tale è giusto darne sepoltura», ha detto il sacerdote, presidente dell’associazione Difendiamo la vita con Maria, che dal 1998 ha curato la sepoltura di oltre 300mila bimbi mai nati.
Il prete che seppellisce i feti: «Ben venga l’iniziativa di FdI»
«La nostra iniziativa non è assolutamente contro le donne. La cosa che impressiona chi è contrario, è accettare che queste siano persone, in realtà i genitori sanno perfettamente che era il loro bambino», ha chiarito don Gagliardini, parlando con l’Adnkronos. «C’è un piccolo cadavere, quando viene espulso la mamma si trova in mano un piccolo corpicino. È una realtà», ha proseguito, riferendo che «chi non conosce la legge e poi viene a sapere tardivamente della possibilità di sepoltura si imbufalisce». Dunque, «questa iniziativa di FdI – ha affermato – credo sia fatta con l’intento di onorare i resti mortali, quindi ben venga fuori da polemiche che non fanno che confondere».
«Seppellire i morti è un principio universale, a prescindere da ideologia e fede»
«Il fatto di seppellire i morti è un principio universale, umano, a prescindere da ogni forma di ideologia o adesione religiosa», ha ricordato il sacerdote, sottolineando che «chi si oppone pensa che i feti non siano defunti». Ma, ha proseguito, «una gravidanza che si interrompe purtroppo consegna alla famiglia un cadavere. Un resto mortale. Se questa proposta può aiutare a capire, ben venga. Lo scontro confonde tutto». «Noi rispondiamo al magistero della Chiesa, che prevede la sepoltura dei morti», ha detto ancora don Gagliardini, il cui impegno però attiene a una pietas che va anche oltre il perimetro della fede cattolica. «Spesso abbiamo collaborato con gruppi musulmani, che ci hanno chiesto assistenza. Noi non operiamo in vista di un’opera persuasiva di chicchessia, ci occupiamo dei resti mortali quando si interrompe una gravidanza per motivi spontanei per qualsiasi malattia, o anche per motivi procurati».
Una legge che molti non conoscono e in 24 ore priva i genitori dei propri diritti
«C’è un fatto sotto gli occhi delle famiglie, ma della società in generale: c’è un cadavere, che è oggetto di indicazioni normative da parte della legge italiana, al quale è giusto dare sepoltura», ha chiarito ancora don Gagliardini, la cui associazione, che opera in Piemonte, in Lombardia, nel Veneto, nelle Marche, anche a Roma e non si limita all’assistenza pratica in un momento così difficile: ha anche un numero verde per l’elaborazione del lutto. «Spesso anche i padri chiamano. I genitori hanno diritto a chiedere il corpo del loro bambino entro le 24 ore, ma servono documenti, ci sono regole precise di cui le famiglie non sono sempre a conoscenza. Passate le 24 ore hanno perso ogni diritto e spesso le famiglie non lo sanno. Noi – ha concluso il sacerdote – diamo assistenza a chiunque ce lo chieda».