In piazza del Popolo si respira aria di festa e di rivincita. Abbracci, selfie e “quant’è stata brava Giorgia…”

22 Set 2022 21:01 - di Annalisa Terranova

Quando prende la parola lei, la piazza spumeggia di “Giorgia, Giorgia”. E’ rilassata e ride. Si sente a casa. Si vede. “Vi voglio bene”. E i giovani di FdI, sbandieratori disciplinatissimi, saltano e già fanno festa. “Giorgia, Giorgia”. Il comizio, nella dorata serata romana che chiude la campagna elettorale, è importante ma non troppo. Il popolo di destra si ritrova, si saluta, commenta. Si guarda intorno: non sia mai c’è qualche giornalista pronto a spargere veleno. Prima del comizio Matteo Salvini si fa una passeggiata fino ai gazebo della Lega dietro la fontana. Si concede ai selfie dei simpatizzanti. Ride. Rilassato pure lui. E’ quasi finita.

Salvini e Berlusconi sul palco di Piazza del Popolo

I leghisti presenti non ci credono al crollo del partito nei sondaggi. “Lo dicono perché gli conviene ma andiamo a vincere tutti insieme e insieme governiamo”. Lo dice, dal palco, anche Matteo. E lo dice Silvio Berlusconi, che sembra un padre benedicente: l’Italia non vuole essere di sinistra, io lo so, l’ho sempre saputo. E ci ha scommesso sopra, tanti anni fa. E ha vinto.

Le canzoni di Battisti

Ma Piazza del Popolo è soprattutto, questo giovedì 22 settembre, la piazza di Giorgia. Così come prima era stata la piazza di Giorgio. Almirante. Alcuni fanno i confronti: con lui – dice uno – era pieno pieno che non ti potevi muovere. E un altro: “E già, piazze piene e urne vuote però. E chi se lo sognava il 25 per cento…”. Le due piazze in effetti sono imparagonabili. Lì ti accoglieva l’aulico “Sole che sorgi libero e giocondo…”. Qua I Ricchi e Poveri, ma anche Pupo e Vasco Rossi e Rino Gaetano. Là Giorgio esordiva “Italiani di Roma…”. Qua è Pino Insegno a dare la parola a Giorgia, citando Aragorn del Signore degli Anelli: verranno giorni di sconfitta ma non è questo il giorno… E risuona anche l’immancabile Lucio Battisti, ma non La collina dei ciliegi. Non sia mai quel richiamo alle braccia tese disturbi qualcuno. I giornalisti si aggirano a caccia di “colore”. C’è anche Zoro che fa filmati. Forse cerca braccia tese pure lui. E non le trova.

Sono i giovani i più entusiasti

I giovani di FdI sono i più entusiasti. Portano una maglietta con un motto latino sulla forza di Roma. Elisa, che viene da Bergamo ma fa politica a Roma, sorride quando le chiedi se è turbata dalle accuse delle femministe. Dicono che Meloni è contro le donne, che ha postato il video di uno stupro, tu che rispondi? “Rispondo che ha voluto denunciare un fatto che interessa tutte le donne. Noi dobbiamo essere libere di girare per strada senza essere aggredite. Questo di quel video mi interessava, io sono rimasta scioccata dalla violenza in pieno giorno non dal fatto che Meloni lo ha postato. Ma sul tema della sicurezza la sinistra non vuole sentire”.

Striscioni e cori

Nei capannelli che si formano, si disfano, si ricompongono con qualche nuovo arrivato si fa chiacchiera. Quelli che c’erano anche prima sono persino un po’ commossi. E protettivi con i più piccoli. “Che vuol sapere dal ragazzo, signora?”. “Solo vedere che maglietta portano”. “E’ latino, signora, niente di di pericoloso…”. “Ma certo, lo so, guardi che sono del Secolo”. “Ah ecco, io stavo con Gionfrida, si ricorda di Gionfrida?” “E come no”. E mi mostra il tatuaggio della Folgore. Applausi quando arriva il pullman della Colle Oppio, l’ala goliardica e creativa di FdI, con Fabio Rampelli che saluta. Le bandiere che sventolano. Dall’altro lato, da piazzale Flaminio, incede un altro drappello. Arriva con uno striscione gigantesco: “Noi siamo Giorgia Meloni”. Li guida una docente, Gioconda. Attiva a San Giovanni.

Ci sono tutti i quartieri di Roma, a Piazza del Popolo, ma non manca all’appello la provincia. Sono quelli che vanno via per primi: se no perdono il treno. Ciao. Ciao. Lunedì arriva davvero la svolta? “Speriamo, speriamo, ma poi tante soddisfazioni sono arrivate lo stesso. Giorgia è stata brava, quant’è stata brava…”.

 

 

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