Isabella Rauti dice no al teatrino di Repubblica. A Fiano non restano che le battute squallide

14 Set 2022 17:52 - di Viola Longo
rauti fiano

Formalmente dovrebbe essere un confronto tra tutti i candidati del collegio. Nella sostanza si annuncia come ben altro. Del resto, è stata la stessa Repubblica, che organizza il faccia a faccia in streaming sulla competizione per il Senato a Sesto San Giovanni, a dichiararlo apertamente con i suoi titoli: da «Sfida sull’antifascismo, il dibattito Fiano-Rauti in diretta streaming», del 9 settembre, a «Il figlio del deportato e la figlia del fascista: la sfida accende l’ex Stalingrado d’Italia», di lunedì. Abbastanza, insomma, per far ritirare a Isabella Rauti la disponibilità che aveva dato, perché «quello che sta organizzando il giornale fondato da Eugenio Scalfari non è un confronto fra i vari candidati sui temi concreti della campagna elettorale, ma uno scontro polarizzato sui dualismo Fiano-Rauti. E questo è inaccettabile, non essendo rispettoso nemmeno degli elettori».

Rauti dice no a “Repubblica”: «Vogliono solo lo scontro con Fiano»

Dunque, venerdì la senatrice di FdI non si presterà a questo ulteriore gioco al massacro del clima elettorale. «Non si parla minimamente del presente e del futuro, preferendo insistere su questo dualismo, fuorviante per gli elettori, teso solo a inquinare la campagna elettorale. Denigrare gli avversari, come vanno facendo Letta e Emiliano, ma anche lo stesso Fiano non è esente da ciò, dimostra come i bisogni dei cittadini non siano presi minimamente in considerazione», ha spiegato ancora Rauti, in un colloquio con Libero, nel quale ha chiarito di essere invece disponibile a parlare e confrontarsi «con chiunque voglia discutere del futuro di Sesto San Giovanni o di programmi elettorali».

«La campagna contro di me iniziata dopo che ho accettato l’invito»

Rauti, che come ha ricordato Libero ha «una storia politica lunga 40 anni, di cui dieci nelle istituzioni», ha comunque chiarito di essere disponibile anche nel caso l’obiettivo fosse «confrontarci sulla storia, e non solo sulle storie personali», ma «il giorno dopo le elezioni. Invito Fiano a un dibattito su tutti i totalitarismi, tutti, nessuno escluso. Così potremo misurarci anche su questo». Al cronista che ricordava la sua solidarietà e quella del deputato di FdI Marco Osnato a Fiano di fronte alle scritte insultati fatte dall’estrema sinistra a Roma qualche giorno fa, Rauti ha commentato sottolineando che «questo sta lì a dimostrare che la polarizzazione dello scontro messa su da Repubblica sia solo strumentale, funzionale ad alimentare la propria parte, non certo il dibattito politico». «Non a caso – ha aggiunto – la campagna contro di me, con titoli incentrati solo sulla storia personale, è iniziata dopo l’aver accettato il loro invito al dibattito fra i candidati».

Rauti: «Non si possono prendere in giro gli elettori»

E Rauti una riflessione l’ha rivolta anche agli altri candidati in corsa: «Trovo l’atteggiamento di Repubblica poco rispettoso anche nei loro confronti, marginalizzandoli in virtù della polarizzazione Fiano-Rauti. Capisco che tutto ciò sia strumentale, ma non si possono prendere in giro gli elettori. Sesto, con i suoi progetti, con i suoi cantieri aperti, rappresenta una finestra aperta sul futuro sulla quale dobbiamo ragionare e confrontarci. La mia storia personale, il mio percorso politico, sono lì a dimostrare come abbia sempre ragionato, e dialogato, sui contenuti, sui fatti, senza mai accettare lo scontro personale, tanto meno – ha concluso Rauti – su quello del tipo messo su da Repubblica».

Repubblica rosica e Fiano si rifugia nelle battute squallide

Dunque, Rauti ha fornito una spiegazione articolata del perché abbia deciso di non prestarsi a quello che più che un confronto prometteva di essere un teatrino. Riflessione che, però, non ha trovato buoni intenditori: Repubblica ha replicato tornando a parlare del “figlio del deportato e della figlia del fascista”, annunciando che continuerà a farlo, e Fiano ha sostenuto che «arrivati al dunque, Isabella Rauti scappa!». «Per Isabella Rauti, evidentemente, i pronunciamenti pubblici si fanno senza domande dai balconi, pardon, palchi individuali e non su un palco collettivo», ha aggiunto il deputato Pd, con una battuta che, in fin dei conti, non fa che dare ragione a Rauti.

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