La caccia al “fascista” di Repubblica ridicolizza quelli del Pd, che non capiscono ma si adeguano
Tempo un paio di giorni e (scommettiamo?) quelli del Pd pretenderanno pure di decidere l’abbigliamento e l’acconciatura dei capelli di Giorgia Meloni. L’abbrivio è quello: sono partiti con i decibel (troppo alti?) del comizio andaluso, hanno proseguito contro il trinomio “Dio, Patria e Famiglia” (troppo fascista?), hanno poi intimato di togliere la fiamma dal simbolo (troppo mussoliniana?) e hanno concluso recriminando contro la candidatura di Isabella Rauti (troppo brava?) nello stesso collegio di Emanuele Fiano. Come dicevamo, manca solo il sopracciò inarcato sul colore del tailleur e sui tacchi delle scarpe. Ma non è tutta colpa loro. Già, il guaio più grosso di quella gente si chiama Repubblica, inteso come il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e affondato (probabilmente) da Maurizio Molinari (nella foto).
Repubblica ossessionata da Giorgia Meloni
Da quando è in edicola – poco più di 45 anni fa – quel giornale è la vera stella polare dei dem come in precedenza del Pci, poi Pds, quindi Ds, ora Pd. E si capisce: esaurita la «spinta propulsiva» della Rivoluzione d’Ottobre, relegati in soffitta Lenin e Togliatti, ci voleva qualcuno o qualcosa che lasciasse intravedere vie d’uscita. Se ne incaricò Repubblica, soppiantando pian piano la dittatura del proletariato con la questione morale, i diritti sociali con quelli civili, il quarto stato con il terzo sesso. Del resto, non era facile continuare a fare i comunisti mentre il Muro veniva picconato e l’Urss si accartocciava fino ad implodere. E infatti ora eccoli là – ex, neo e post – a farsi dettare agenda politica e campagna elettorale da Repubblica.
È il giornale che detta la linea ai dem
Cosicché quando il giornalone ha soffiato dentro la sfiatata trombetta dell’antifascismo, quelli del Pd – come il compagno Ferrini di “Quelli della notte” – non hanno capito ma si sono adeguati. Il più lesto (e il più ridicolo) è stato tal Verini, accorso a vergare un illeggibile articolo contro la Meloni per imputarle la comparsa di alcune scritte contro l’on. Fiano che persino al diretto interessato sono sembrate più farina dei centri sociali che di qualche antisemita disadattato. È solo l’ultimo esempio di caccia alle streghe travestita da caccia al “fascista“. Ci sarebbe da ridere se non parlassimo di Repubblica, il secondo giornale italiano. Che dire? Se è questa l’informazione, meglio vivere disinformati. E felici.