La Carfagna sempre più devota alla divinità Draghi. E fa l’ingrata: «In FI uomini piccoli»
Irriconoscente è dir poco, come scrivono su Facebook. Mara Carfagna, nel rush finale della campagna elettorale, abbandona il savoir-faire dei giorni scorsi e attacca a testa bassa gli esponenti di Forza Italia. Cioè coloro che erano suoi compagni di viaggio fino a poche settimane fa. Da berlusconiana di ferro a nemica degli azzurri, un salto repentino. E il motivo è sempre lo stesso, voleva che tutti si fossero inginocchiati davanti alla nuova divinità politica, Mario Draghi. L’eccellente, l’insuberabile, l’intoccabile. Il vero uomo della Provvidenza, che nel cuore della Carfagna ha sostituito Silvio Berlusconi. Sembra indifferente ai commenti sui social, che le danno dell’ingrata e della voltagabbana. Ormai il suo “credo” è quello.
Per la Carfagna “guai” a chi tocca Draghi
«Non si poteva stare più in un partito che ha mandato allo sbaraglio un Paese», afferma. «Con il prezzo del gas, l’inflazione, le bollette che rappresentano un dramma, c’era bisogno di una crisi politica e una campagna elettorale così incerta? C’era bisogno di un governo forte, autorevole, credibile presieduto dal “migliore” che c’è e che uomini piccoli hanno messo alla porta prima del tempo». E torna ancora su Mario Draghi. Nonostante lui abbia confermato, con un perentorio “no”, che non ha la minima intenzione di tornare a Palazzo Chigi per un bis, la Carfagna non si fascia la testa. «Noi indicheremo Draghi come futuro presidente del Consiglio».
«Richetti? Processi si fanno nelle aule dei tribunali»
Poi il discorso – a Mezz’ora in più – cade sul caso Richetti. «Al momento vedo una denuncia per stalking, un delitto orribile quanto le molestie. C’è bisogno di accertare la verità. Se Richetti sarà ritenuto colpevole su di lui diremo tutto quello che abbiamo detto in passato su altri uomini in questi casi. Ma il processo non si fa qui, sui giornali e con denunce anonime ma nelle aule dei tribunali».