La femminista rossa Lidia Ravera plaude la Meloni: “S’è meritata la vittoria, la sinistra sulle donne è indietro”
“Giorgia Meloni è una avversaria politica. Ovvio che non festeggio la sua vittoria anche se sono certa che se l’è meritata: noi donne fatichiamo di più, siamo più empatiche, più capaci di comunicare, meno ingessate nel gergo astratto e iniziatico della politica. Più dirette. Più libere anche, se non scimmiottiamo gli uomini, se non facciamo ‘le uome‘. Probabilmente sono tutti fattori che hanno influito sullo straordinario successo di Giorgia Meloni: dal 4% fino ai fasti del 25 settembre”. Parola della scrittrice Lidia Ravera, storica femminista sessantottina, comunista mai pentita, autrice del best seller generazionale “Porci con le ali”. La Ravera commenta così, all’Adnkronos, i risultati delle elezioni che hanno assegnato la vittoria al partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, con una posizione sorprendente, senza lagne sulle fantomatiche modifiche della legge 194 e senza processi alle intenzioni sui diritti delle donne messi a rischio dalla Meloni, secondo il main streaming della sinistra.
Lidia Ravera, la “scandalosa” scrittrice che rispetta la Meloni
Lidia Ravera raggiunse la notorietà nel 1976 con il romanzo Porci con le ali, scritto a quattro mani insieme a Marco Lombardo Radice (con lo pseudonimo di “Antonia”). Il libro tratta della storia d’amore tra due adolescenti, attraverso la quale gli autori tracciano un affresco sulla vita dei “fratelli minori” della generazione del sessantotto. Due milioni e mezzo di copie vendute in 30 anni. Traduzioni estere, polemiche a non finire. Oggi la scrittrice sembra politicamente pacificata e non esprime giudizi preconcetti e intrisi di ideologia.
“Non sono d’accordo – sottolinea la Ravera – con i contenuti della sua campagna – dice della Meloni – non con i suoi valori di riferimento, meno ancora con l’ideologia cui, temo, fa riferimento. E neanche con il suo stile. Ma la rispetto. Quello che vorrei capire, ma capire davvero, è come mai l’unica donna che conta davvero nella politica in questo Paese è una donna di destra e non di sinistra. Perché nel centrosinistra le donne sono, ancora adesso, eterne seconde? Speriamo in Elly Schlein… anche se non si dovrebbe ricorrere a nomi femminili soltanto dopo le sconfitte, per mettere insieme i cocci”, conclude la scrittrice.