La lezione di Bassolino a Letta: «Basta dire che la Meloni è fascista. È una leader popolare»

7 Set 2022 9:41 - di Valerio Falerni
Bassolino

Un tempo, quando impazzava il dibattito sul disarmo unilaterale che esponeva l’Occidente ai missili sovietici, si sentiva dire «meglio rossi che morti». Ora che invece la politica si stinge in tante smorte nuance, ad assalirci è la nostalgia per le tinte forti. Questa, almeno, è la sensazione che si ottiene a leggere l’intervista al Foglio di Antonio Bassolino, icona della sinistra ingraiana e sudista, già sindaco di Napoli e governatore della Campania nonché ex-ministro del Lavoro. Tra lui ed Enrico Letta la differenza si afferra al volo: Bassolino non deve dimostrare nulla, non l’appartenenza alla sinistra né di professare l’antifascismo.

Bassolino: «È una donna che si è fatta da sola»

Il suo è un “rosso antico“, non un pallido rosé che necessita di appelli sgangherati in difesa della Costituzione o della democrazia. «Giorgia Meloni non è fascista», sentenzia con aria sorniona Bassolino richiesto dal Foglio di un giudizio sulla leader di Fratelli d’Italia. Quasi un controcanto, il suo, alle scomposte intemerate di un Letta che nella foga di gridare “al lupo, al lupo” neanche si ricorda più che l’attuale Rosatellum elettorale, contro cui si scaglia da giorni, è tutta farina del sacco del Pd. Bassolino non ha bisogno di esibirsi in queste tarantelle. E alla domanda “chi è Giorgia Meloni?“, risponde con calma e gesso, come quei giocatori di biliardo capaci di coniugare effetto e precisione: «Una donna di partito con una vena popolare. Lo dico nell’accezione di popolo. È una che ce l’ha fatta da sola. Non si può negare».

«La politica non è una marmellata»

E così, forse senza volerlo, traccia l’identikit rovesciato di Letta, uomo di corridoio con una vocazione elitaria, arrivato dove si trova a furia di spintoni di antiche nomenclature criptodemocristiane. Bassolino non lo confesserebbe neanche sotto tortura, ma non è difficile capire a chi, tra i due, andrebbero le sue simpatie. Di sicuro non condivide la mostrificazione della leader di FdI da parte del leader dem. «La si può battere con la bella polemica, aspra, ma civile», raccomanda prima di concludere che «la politica non è marmellata». Capito Letta? Intanto porta a casa…

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