La previsione di Feltri: “Il fantasma del Duce usato contro la Meloni sarà un boomerang per la sinistra”

10 Set 2022 8:42 - di Marta Lima

“Non so voi, cari lettori, ma trovo questa interminabile polemica sui fascisti al governo, sul loro presunto ritorno in scena, sul pericolo che gli stivaloni neri calpestino i valori della democrazia o addirittura i diritti umani, una mediocre telenovela…”, esordisce oggi su Libero Vittorio Feltri, che analizza le prospettive del voto a quindici giorni dall’apertura delle urne. E’ un articolo sincero e duro, quello del giornalista milanese, da sempre critico con la sinistra italiana, a suo dire incapace di formulare proposte e rimasta ancora a un vecchio modo di fare politica basata sulla deligittimazione dell’avversario.

Feltri vede la Meloni a Palazzo Chigi e non… a piazza Venezia

Il fascismo, Mussolini, la deriva autoritaria: tutti argomenti che la sinistra utilizza da sempre ogni volta che è a un passo dalla sconfitta e che spesso e volentieri accentuano i termini della stessa. “Perché la sinistra per dimostrare la propria vitalità, anzi, la propria esistenza, è costretta ad aggrapparsi a pretesti logori e sfilacciati come la rinascita del fascismo in Italia?- si chiede Feltri – Perché sente il bisogno, ogni volta che emerge un personaggio di qualche rilievo, un Bossi o un Berlusconi o una Meloni, di ricordare il balcone di piazza Venezia sul quale si esibiva il mascelluto? Vi sembrano argomenti adatti, questi, per ostacolare l’ascesa di nuove forze politiche? Adesso tocca alla Meloni. Da mezzo secolo la sinistra, quando è in difficoltà, riesuma la salma di Mussolini e ce la sbatte in faccia. Chi ha buona memoria, non avrà dimenticato come venivano definiti i democristiani negli anni Cinquanta: clericofascisti. Né avrà dimenticato gli slogan sessantotteschi contro chiunque sessantottino non fosse: fascisti, borghesi, ancora pochi mesi. Slogan dai quali si arguiva che, nel linguaggio dei barbari dell’epoca, fascista e borghese erano sinonimi. Trascorrono i decenni, cadono i muri, tramontano le ideologie fideistiche, si dissolvono imperi che sembravano inattaccabili dietro cortine di ferro, ma i nostri partiti di sinistra, anche quelli che si sono dati una riverniciata, continuano ad agire allo stesso modo, quasi che il tempo si fosse fermato all’era di Giolitti…”.

I partiti “mummia” e i nipotini del Duce

Il fondatore di Libero ne ha per tutti, a cominciare dai “partiti-mummie, conservatori sotto l’etichetta di progressisti della quale si fregiano abusivamente, irrigiditi in un antifascismo di maniera che impedisce loro di vedere altro nemico all’infuori del duce e dei suoi nipotini”.

Pericoli autoritari? Feltro se la ride. “Il fatto che i nipotini del duce non contino niente, non abbiamo un ruolo nel governo, non importa alla sinistra. Che seguita, imperterrita, a identificarli in tutti gli avversari e sperpera, per combatterli, energie che potrebbe assai più utilmente spendere per ricostruire se stessa e diventare, finalmente, una valida alternativa, affidabile e moderna, dell’odiata destra. La quale destra sarà anche ciabattona – come sosteneva Indro Montanelli un giorno sì e l’altro pure-, sarà raccogliticcia, sarà un’armata Brancaleone, avrà pure un leader estemporaneo e naïf, sarà quel che sarà, ma c’è, e in pochi mesi ha trovato uno spazio destinato peraltro a crescere… con pochi concetti ma chiari, nessuna concessione alle idee astratte, estrema attenzione ai problemi quotidiani che affliggono i cittadini, basso profilo ma altissima considerazione dell’elettore, nessun disprezzo per ciò che è popolare. Già, popolare. Un aggettivo che alla sinistra invece fa orrore. E basterebbe analizzare i perché di questo orrore per capire il fallimento dei sedicenti progressisti.

Il Pd che non ha dimenticato l’Urss

La conclusione è amara: “Letta ha provato a rinnovare, ma ci vuol altro alla sinistra per non essere confusa con ciò che è stata, figlia dell’Unione Sovietica. Ci vuole un salto di generazione, anzi, due. Se bastano. Ma finché non avremo una sinistra fatta di uomini di sinistra, invece che di finti intellettuali snobbetti, o di pipini in maschera, la destra non avrà rivali”.

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