L’ambasciatrice polacca: «Noi serie B? Idea anti-europea e divisiva, così Letta aiuta Putin»

6 Set 2022 15:39 - di Natalia Delfino
letta polonia

Un’opinione «molto antieuropea», dal «forte effetto divisivo» e, dunque, funzionale a Mosca. È l’ambasciatrice polacca in Italia, Anna Maria Anders, a sottolineare le pericolose implicazioni della classificazione dei Paesi europei in serie A e serie B, fra i quali proprio la Polonia, fatta da Enrico Letta al Forum di Cernobbio.

L’ambasciatrice della Polonia: «Letta fa un piacere a Putin»

«Dividere l’Europa in Paesi di serie A e di serie B significa dividerla in Stati membri di prima e seconda categoria. Se un simile messaggio dovesse raggiungere i cittadini di questi Paesi e rafforzare la loro convinzione di essere cittadini di prima o seconda classe, temo che tale opinione, molto antieuropea, avrebbe un forte effetto divisivo che farebbe sicuramente piacere a Mosca», ha sottolineato l’ambasciatrice. A Cernobbio Letta aveva detto che «se l’Italia avrà un governo che sta nella serie A europea con Francia, Germania, Spagna, Bruxelles sarà una cosa positiva, se invece sarà nella serie B di Europa con Ungheria e Polonia come interlocutori principali io dico che sarà peggio per l’Italia».

L’impegno della Polonia a sostegno dell’Ucraina

«Trovo ingiusta la qualifica di Paese di serie B nei confronti della Polonia, che è in prima linea sul fronte dell’assistenza all’Ucraina. Il nostro Paese – ha ricordato l’ambasciatrice Anders – ha dato un enorme contributo alla stabilizzazione della pressione migratoria da est. Nel corso di ultimi anni ha accolto il maggior numero di migranti economici, tra cui quelli provenienti dalla Crimea e dalle zone orientali dell’Ucraina occupate dalla Russia. Lo stesso vale per i rifugiati». «Quest’anno – ha sottolineato la diplomatica – in Polonia sono arrivati quasi 6 milioni di ucraini, di cui quasi 2 milioni sono rimasti. Cinque giorni fa è iniziato un nuovo anno scolastico in Polonia e diverse centinaia di migliaia bambini ucraini hanno trovato posto nelle nostre scuole, soprattutto elementari. Non meritiamo – ha concluso – ammonimenti sfavorevoli e generalizzanti».

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