L’appello di Veneziani: «È una chance storica. La destra deve vincere, non è l’ora dei dubbi»
La «chance» che si pone al centrodestra, con una prospettiva di vittoria guidata da Giorgia Meloni, è «storica». Per questo «questa non è l’ora dei dubbi». A scriverlo in un lungo articolo su La Verità è oggi Marcello Veneziani che, da intellettuale che negli anni non ha risparmiato toni critici e ha talvolta anche «riconosciuto le ragioni di chi si astiene», oggi lancia un vero e proprio appello al voto, rivolto soprattutto a chi a destra potrebbe ancora essere tentennante. «Speriamo che vinca Giorgia Meloni. Speriamo il centrodestra abbia la maggioranza assoluta», scrive.
Veneziani: «Una chance storica per la destra. Speriamo che Meloni vinca»
«Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, lunga più di 76 anni, è possibile, è probabile, che una leader della destra guidi un governo della Repubblica e il suo partito di destra diventi il primo partito per consensi di popolo. Per la prima volta, una donna…», prosegue Veneziani, chiarendo che «non possiamo proprio ora voltare le spalle, tirarci indietro». E questo anche di fronte a dubbi che dovessero essere rimasti. «Queste votazioni – aggiunge Veneziani – hanno una prospettiva chiara, elementare: o vince la Meloni con la sua coalizione o tornano loro, i governi arcobaleno a guida euro-tecnica ed egemonia Pd».
Vittoria del popolo vs «potere che si riprende il governo»
Insomma, l’imperativo “scegli”, per Veneziani, deve valere anche per quella parte del popolo di destra che ancora potrebbe trovarsi disilluso. Veneziani si rivolge a queste persone, si mette dalla loro parte, di più: si mette nelle loro file. Non fa professione di fede a prescindere verso un eventuale futuro governo Meloni. Però, avverte, «l’alternativa è rinunciare ora a una vittoria di popolo e rassegnarsi che il potere si riprenda il governo, subito, facendola pagare a quel popolo».
L’appello ai disillusi di destra: «Tirarsi indietro adesso è una sciocchezza»
«Per chi è stato per una vita “di destra”, all’opposizione o come preferite dire – sottolinea – sarebbe una sciocchezza tirarsi indietro proprio adesso, ritenere in partenza che i partiti siano tutti uguali e che chi vince tradirà. Potete sospettarlo, ma non potete ritirarvi a priori dalla scommessa e soprattutto rifiutare la vittoria storica e simbolica a portata di mano». «C’è chi è stato per una vita con la destra, con l’opposizione, con Alleanza nazionale, col Movimento sociale, la Fiamma e il Fronte della gioventù, pagando pure un costo, e ora che finalmente vanno al governo i rappresentanti di quel mondo, ora che fate? Mancate l’appuntamento con la storia, vi ritirate o sparate il voto altrove, sapendo che non produrrà alcun effetto?».
Il no alla «coincidenza ideale tra destra ed eterna sconfitta»
Dunque, non è questo il momento di recriminare su «delusioni e ferite», ma quello di essere «partecipi di un passaggio storico così importante nella vita dell’Italia e nella vostra stessa vita. Perché è una rivincita vostra, di quel popolo, prima che della Meloni e dei suoi alleati e dirigenti. Scegliendo di stare fuori e contro anche nel giorno in cui la storia può dare lo spettacolo di una svolta storica, accettate la coincidenza ideale e reale tra la destra e l’eterna sconfitta. Se non si è perdenti non si è di destra, l’unica destra che amiamo è quella che abita nei cieli o nella memoria. Almeno, per una volta, la curiosità di vedere come va a finire scegliendo una strada diversa».
Veneziani: «La presidenza a Meloni sarebbe una svolta senza precedenti»
Veneziani torna più e più volte sul tema della sfiducia, ricorda di essere stato critico verso la destra partitica, in fin dei conti rivendica di esserlo ancora, ma spiega «non possiamo ritirarci nel dissenso e decretare a priori la sfiducia». «Sul piano simbolico – ricorda – l’incarico di governo alla destra, la presidenza a Giorgia Meloni, sarebbe una svolta senza precedenti: la sconfitta netta della sinistra e la vittoria della destra nazionale e popolare, qualcuno aggiungerà sovranista, altri diranno sociale, conservatrice o identitaria. Sarebbe, torno a dire, la vittoria storica di un popolo all’opposizione che ci ha creduto, prima che dei suoi eletti».
«Fino a domenica sospendiamo “i se” e “i ma” e speriamo nel risultato»
Avvertendo poi sul fatto che «andare al governo non significa andare al potere» e che un governo Meloni dovrà vedersela certamente con «l’Apparato» (con la maiuscola nel testo originale, ndr), che «è schierato compatto» contro di lei e «il suo mondo», Veneziani dalle colonne de La Verità invita a darsi la chance di vedere cosa succederà, contribuendo «a questo risultato storico e simbolico», e «di vedere finalmente lo sconcerto e la rabbia di chi detiene il potere da sempre e con arroganza, con intolleranza, anche senza la legittimazione elettorale del popolo sovrano». «Fino a domenica sospendiamo i conti, i se, i ma, speriamo in un risultato senza precedenti. Poi – conclude – riapriremo le bocche e riprenderemo i discorsi interrotti».