“Lei è invidioso di Conte?”. Di Maio umiliato in diretta tv per il suo partitino. Gelo a “Omnibus”
“Lei è invidioso di Conte?”. Di Maio preso in contropiede ad Omnibus. La domanda più che impertinente è umiliante, visti i sondaggi che fino all’ultimo giorno hanno dato il M5s in salita e Impegno civico, il partitino del ministro degli Esteri “insondabile”, sotto l’1 per cento. Si evince dai toni di Di Maio che c’è una grand dose di rancore verso Giuseppi. Intervistato da Alessandra Sardoni su La7, il ministro degli Esteri ha sciorinato una lita di recriminazioni e accuse che ha lasciato sbalorditi perfino gli altri ospiti.
“Lei è invidioso di Conte ?”. Di Maio balbetta di fronte ai sondaggi
Prima di arrivare alla domanda cruciale che lo ha annichilito, il ministro scissionista dal M5S si è avventato sul suo ex partito. Sul Dl Aiuti, in pieno stallo ha inveito: «Sono molto preoccupato, è un decreto da 17 miliardi di euro che incide sui costi della benzina, sui costi dell’energia. Lo stanno bloccando in Parlamento, lo sta bloccando principalmente il Movimento 5 Stelle”. Velenoso ha aggiunto: “Quando si gioca sempre al rialzo, quello che succederà è che perderemo gli aiuti per gli italiani, se Conte non si ferma».
Di Maio prova a negare i sondaggi: “Sono fatti per essere smentiti”
E’ a questo punto Merlo del Foglio gli ha chiesto: «Di fronte alle contraddizioni che lei ha descritto, come si spiega il successo apparente, visti i sondaggi, di Conte? La sorprende? È invidioso?». La faccia di Di Maio è tutta un programma. Incassa e svicola, balbetta. Quel che ribolle dentro di lui solo lui lo sa. Quidi nega tutto: «Io penso che sondaggi in cui il 40% degli intervistati dice di non sapere per chi votare o se andare a votare, sono sondaggi fatti apposta per essere smentiti». Una frase fatta tanto per. Contento lui. Il discorso si fa scivoloso e per lui imbarazzante. Quindi cosa fa Di Maio con un’acrobazia? Passa a delegittimare il centrodestra. «Il voto utile per fermare l’immagine internazionale di Berlusconi alla presidenza del Senato; e Salvini di nuovo al Ministero dell’Interno è solo per questa coalizione, l’unica che esiste oltre al centrodestra». Intendendo dire l’accozzaglia del Pd nel cui solco si candida Impegno Civico.
Di Maio, schizzi di veleno a Conte
Poi non ce la fa più, è più forte di lui. Più che l’avversione per Salvini può il rancore profondo verso Conte. Un incubo ricorrente in tutti suoi discorsi. Il morso velenoso arriva sul finale: «Conte aveva in maniera minuziosa pianificato la caduta di Draghi. Ha fatto tutto per invidia personale, perché non gli andava bene che Draghi l’avesse sostituito a Palazzo Chigi». Il mondo grillino ed ex grillino sta naufragnado nell’odio. Di Battista ne ha gettato a profusione da Floris a “Di Martedì”. E Di Maio ha ribattuto. “Alessandro di professione fa l’odiatore, se si è scelto questo ruolo chi sono io per dire qualcosa...”.