Letta mastica amaro e offende: “A piazza del Popolo c’è l’Italia che vuole tornare indietro”
Lo spirito sportivo non è il suo forte. Fino all’ultimo Enrico Letta preferisce l’offesa al confronto con gli avversari. La criminalizzazione ideologica condita dal tradizionale complesso di superiorità che ha mandato a sbattere la sinistra.
Letta offende: a piazza del Popolo c’è l’Italia che vuole tornare indietro
La piazza di centrodestra traboccante a piazza del Popolo? “È la piazza dell’Italia che vuole tornare indietro. Molto diversa da quella che ci sarà domani a piazza del Popolo. Che sarà la piazza dell’Italia che vuole andare avanti sull’ambiente, i diritti, il lavoro, la scuola e la sanità pubblica”. Così il segretario dem dai microfoni del Tg3 commentando nervosamente il bagno di folla che ha portato nella capitale il popolo di un centrodestra unito, vento in poppa nei sondaggi. Che ha tutte le carte in regola per sfrattare il Pd dal palazzo del potere.
Il segretario dem tra slogan e fake news
Prima ancora dell’intervento di Giorgia Meloni, che ha concluso la manifestazione, Letta ha già sentenziato. Non gli interessano i temi, non replica sulle proposte, non rilancia. È sempre lo stesso che ha applaudito orgoglioso alle parole di Emiliano “sputeranno sangue”. Occhi di tigre, il segretario del Pd continua ad abbaiare alla luna. Nell’altra metà del campo è tutto da rottamare. Anche se la sua strategia di criminalizzazione dell’avversario si è rivelata un boomerang, a detta dei suoi stessi alleati progressisti, continua a cavalcare la narrazione di una destra passatista, pericolosa, retrograda.
Nervosismo alle stelle in attesa della piazza di domani
“È la piazza che vuole tornare indietro”. Ancora slogan a effetto, ancora bufale per richiamare alle armi (alle urne) il popolo della sinistra delusa dal Nazareno e dalle sue piroette. Non potendo competere sui numeri nel derby della piazza, ignorato dai social, rassegnato al processo del dopo voto, Letta gioca l’unica carta che ha in mano: screditare l’avversario come roba del passato, con la stanca retorica della pericolosa deriva autoritaria. Con buona pace della democrazia. Delle decine di migliaia di cittadini in piazza con Meloni, Salvini e Berlusconi. Tutti pericolosi reazionari? Tutti sabotatori del futuro?