Lollobrigida: “Salveremo le cose buone fatte da Draghi, ora è presto per il totoministri”
Il passaggio di consegne sarà «sereno, senza strappi» come dimostra il dialogo delle ultime settimane, grazie «alla intelligenza politica che accomuna Mario Draghi e Giorgia Meloni»: ne è convinto Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, risponde così ad Adriana Logroscino del Corriere della Sera.
Lollobrigida inquadra la fase pre-elettorale con lucidità alla luce dei sondaggi che danno FdI primo partito e il centrodestra con una maggioranza chiara. “È vero che Meloni potrebbe chiamare alcuni ministri del governo uscente in un suo esecutivo?”, gli chiede l’intervistatrice. «Noi – risponde il presidente dei deputati di FdI – rispettiamo Costituzione e ordinamento: prima le elezioni, poi l’incarico da parte del presidente della Repubblica, poi la discussione sulla formazione del governo, poi la fiducia. Quando sarà il momento, individueremo le migliori energie per un governo autorevole. Da parte di FdI c’è la volontà di proseguire rispetto alle cose fatte bene e chiedere la collaborazione di chi è in grado di occuparsene. Ma basandoci sul programma di coalizione. Ora è presto per il totoministri».
Lollobrigida: “Noi non abbiamo mai cambiato atteggiamento su Draghi”
Il capogruppo alla Camera del partito con i migliori sondaggi, in pole per esprimere il premier, spiega che con Draghi resta una reciproca attenzione. “È normale che due persone politicamente intelligenti come Mario Draghi e Giorgia Meloni, nel rispetto dell’identità e delle idee diverse, si preoccupino entrambe di garantire la tenuta economica della nazione”, spiega.
“Noi non abbiamo mai cambiato atteggiamento verso il premier – aggiunge – non gli abbiamo votato la fiducia ma ha potuto e può contare su di noi per tutti i provvedimenti che assume nell’interesse dell’Italia. Siamo stati più leali noi di alcune forze politiche che gli hanno votato la fiducia”.
Il capogruppo di FdI a Montecitorio è invece molto critico sull’applicazione della legge Bolkestein da parte del governo Draghi. «Applicare la Bolkestein sul sistema balneare italiano è sbagliato. Non serve il regime di concorrenza in una nazione in cui il 50% delle coste non è assegnato. Serve invece garantire a trentamila imprese, in larga parte familiari, una tutela per gli investimenti che hanno fatto, curandosi del mare. Ma poi – chiede Lollobrigida – perché non aspettare che decida il nuovo governo?».