Meloni a Napoli, per i centri sociali Bagnoli è “cosa loro” e minacciano: «Qui cadono tutti»
Parlano di provocazione, ma lanciano una mobilitazione. Minacciano dicendo che lì «cadono tutti», ma lamentano la blindatura del quartiere. Si rammaricano per i disagi ai cittadini, ma annunciano «modalità» di contestazione sgradite. A poche ore dall’arrivo di Giorgia Meloni a Bagnoli, fissato per oggi alle 15, il centro sociale Iskra ha rilasciato un comunicato che è la perfetta fotografia del modo di fare e di pensare della sinistra radicale. A partire da quell’idea secondo cui loro e solo loro possono decidere se qualcuno può andare in un posto, tenere una manifestazione, incontrare delle persone. Un atteggiamento che negli anni si è visto innumerevoli volte, per lo più accompagnato da veri e propri episodi di guerriglia e devastazione.
Il centro sociale Iskra: «Qui cadono tutti»
Non è chiaro se la minaccia di oggi sia questa. Certo è che il centro sociale scrive sulla sua pagina Facebook che «saremo a Bagnoli nelle modalità che non piaceranno di certo alla nuova leader della destra». «Come già sanno Renzi e Salvini che ci hanno provato in passato: a Bagnoli cadono tutti», aggiungono. Ora, poiché in entrambi i casi ci furono tafferugli con la polizia, è lecito aspettarsi che i centri sociali puntino allo stesso esito anche con Meloni. Salvo poi piagnucolare e sollecitare lamentele su quanto drammatica sarà la deriva liberticida se la destra dovesse vincere le elezioni e quanto cattiva sia la polizia, ormai già di fatto arruolata al venturo governo Meloni.
Ma poi si lamenta per la «militarizzazione» del quartiere
L’Iskra nel suo comunicato sostiene che dopo l’annuncio del comizio di Meloni a Bagnoli «il quartiere vive una militarizzazione senza precedenti». «Chi è che lede la libertà altrui?», si domandano, aggirando la vera domanda che bisognerebbe porsi: perché si è resa necessaria quella militarizzazione? Ma, si sa, i centri sociali sono così: gli aggressori e i prevaricatori sono sempre gli altri. Del resto, cosa potrà mai essere se non prevaricazione l’assurda pretesa di una leader politica di portare avanti una serena e libera campagna elettorale? Ma come le verrà poi in mente di avanzare una richiesta di tale protervia? «Giorni fa – proseguono – abbiamo pubblicamente dichiarato che questa iniziativa è una trappola e una provocazione. È la stessa Meloni che desidera ardentemente lo scontro con i contestatori, per raccogliere l’ultimo briciolo di clamore in vista della votazione domenicale».
Quell’idea secondo cui Bagnoli è cosa loro
Che poi quel territorio, Bagnoli, è loro, dei compagni dell’Iskra, che lì sono «presenti e attivi tutti i giorni e non solo a qualche ora dalla conclusione della campagna elettorale». Così presenti e attivi che per raccontare la militarizzazione hanno bisogno di… foto. «Ci arrivano foto dei residenti e dei commercianti di piazza Bagnoli obbligati a lasciare libero il passaggio e il posto per i blindati in piazza, pena multe e rimozione dei mezzi», si legge nel comunicato, che lamenta anche disagi per il trasporto pubblico. «Ma se Giorgia Meloni avesse voluto tenere un comizio tranquillo, perché non è lo ha fatto nelle sue roccaforti elettorali e ha preferito venire a provocare un quartiere dove la destra ha sempre raccolto solo briciole?», si chiedono dunque dal centro sociale, per il quale (prendendo per buona le tesi di Bagnoli come territorio parco di consensi per la destra) evidentemente la campagna elettorale si fa dove i voti già li prendi, non dove devi cercarli.