Meloni conquista Bagnoli la rossa: “Faccio paura? Sì, a camorristi, ladri, scafisti e corrotti” (video)
Giorgia, ma perché fai così paura?, chiede un giovane militante. “Mah, oggi mi sono vestita di rosa, ma forse non basterà a non farmi considerare un mostro, a fare paura a chi dall’inizio della campagna elettorale cerca di descrivermi così. Ma a me non importa, anzi, mi fa piacere fare paura ai camorristi, ai ladri, ai corrotti, agli scafisti…”. Standing ovation, per Giorgia Meloni, che chiude la campagna elettorale a Bagnoli forse con il suo comizio migliore, anche perché stimolata dai tanti napoletani accorsi alla manifestazione sulla spiaggia.
Alla faccia delle minacce dei centri sociali, la leader di Fratelli d’Italia conquista la “zona rossa” di Napoli, roccaforte della sinistra, fa il pienone di gente e di applausi, parla a braccio, sfoggia una giacca rosa doppio petto e pantaloni snikers bianche, con un look caprese che ben si concilia con il solito sole che da queste parti non manca mai. Una chiusura carica di argomenti, proposte, battute ironiche e arringhe alla folla, con un accento romanesco da Trastevere che si sposa con il dialetto napoletano più tradizionale proprie di queste zone, tra incitamenti, domande e scambi di battute. “Aò, ragazzi, ora me ne devo annà, mi aspetta il Tg1 per un confronto con Letta: che famo, o’ lasciamo solo?”. Applausi, musica, “Il cielo è sempre più blu” su Napoli e su Bagnoli. “Domani sto con mia figlia, me la godo, da domenica, mi raccomando, tutti a votare Fratelli d’Italia”.
Meloni a Napoli vede gli industriali prima del comizio a Bagnoli
Con il saluto e l’abbraccio con vista mare, si chiude la giornata napoletana di Giorgia, che in mattinata era arrivata alla sede dell’Unione industriali di Napoli per un incontro con i ceti produttivi della città, primo appuntamento della sua giornata del capoluogo campano in piazza dei Martiri. A un centinaio di metri di distanza dalla piazza, una ventina di manifestanti ha inscenato una protesta contro la presenza di Meloni a Napoli e l’alternanza scuola-lavoro. Le forze dell’ordine hanno chiuso la piazza al traffico veicolare ma la situazione è rimasta sotto controllo. Come a Bagnoli, con “compagni” e anarchici dei centri sociali tenuti a debita distanza dall’Arenile. Poi il comizio, con Ucraina, Pnrr, reddito di cittadinanza, sinistra, immigrazione e tutti i temi della campagna elettorale già declinati nelle ultime settimane.
“Se vinciamo, salta il sistema di potere della sinistra”
“Se vinciamo salta il loro sistema di potere. La sinistra non aveva egemonia culturale, ma egemonia di potere. Loro sono preoccupati con tutto il loro sistema di potere che potrebbe finire l’Italia in cui andavi avanti soprattutto se hai la tessera del Pd. Noi vogliamo che vada avanti chi se lo merita indipendentemente dalla tessera che ha in tasca”, è stato l’attacco principale alla sinistra.
Sul tema della guerra e sulle dichiarazioni di Berlusconi che hanno sollevato tante polemiche, la Meloni è stata chiara: “Per me Putin è il presidente russo che ha fatto una cosa inaccettabile e mi pare che Berlusconi abbia spiegato che le parole che aveva espresso erano non un’interpretazione del suo pensiero, ma un’interpretazione del pensiero di altri. Cerchiamo di capire dove stanno davvero i problemi. Il centrodestra ha votato sempre compatto sull’Ucraina, anche sull’ingresso della Finlandia nella Nato. Chi non ha votato l’ingresso della Finlandia nella Nato è stato Fratoianni, alleato del Pd. I problemi ce li hanno altri”. Per poi aggiungere: “Non capisco perché continuiate a farmi una domanda sulla quale sono stata molto chiara. Spero che prima o poi chiederete a Enrico Letta conto del fatto che è alleato con un partito che dice che bisogna fermare l’invio delle armi all’Ucraina”.
“I nostri avversari sputano sull’Italia all’estero”
Sulla von der Leyen la responsabilità è della sinistra italiana che è andata in giro per tutto il mondo a sputare sulla sua nazione per tentare di vincere, e questa è una cosa inaccettabile”, ha poi ricordato la leader di Fratelli d’Italia. “Non ho bisogno di parlare male dell’Italia come fa Enrico Letta in campagna elettorale, in due anni da presidente di conservatori europei non ho mai fatto un’intervista a un giornale straniero perché ero all’opposizione del governo e avrei dovuto parlare male dell’Italia”, ha aggiunto Meloni.