Meloni: «Non c’è potere più forte del popolo italiano». E piazze e sondaggi confermano
«Non c’è potere più forte del popolo italiano»: Giorgia Meloni, replica agli spauracchi evocati dalla campagna elettorale della sinistra in panne, con fermezza e determinazione. Slogan demagogici e polemiche strumentali non intaccano il suo profilo istituzionale rassicurante. Un approccio, quello della numero uno di Fdi, che ha fatto di concretezza e dialogo aperto con i cittadini – ma anche con il mondo del lavoro e dell’imprenditoria – un punto di forza da cui ripartire. Oltre che la leader in campo più coerente e affidabile del momento. La promozione che è arrivata in questi giorni da manager e banchieri riuniti a Cernobbio – dove non a caso, oggi, la presidente di Fdi è l’ospite più atteso – è solo l’ultima dimostrazione.
Meloni attesa a Cernobbio: «Hanno paura della nostra vittoria e le stanno tentando tutte per fermarci»
Procede spedita Giorgia Meloni. Forte della calorosa e fiduciosa accoglienza che le piazze d’Italia le stanno tributando in giorni di comizi e di incontri. Incoraggiata dai consensi popolari che i sondaggi acclarano ormai quotidianamente. E dalla sua pagina Facebook, diario di bordo del suo impegno elettorale e del dialogo in corso con gli elettori, poco fa ha commentato: «Hanno paura della nostra vittoria e le stanno tentando tutte per fermarci. Ma le nostre spalle sono larghe, perché ci siete voi a sostenerci. Il 25 settembre dimostriamo insieme che non esiste potere più forte di quello del popolo italiano».
«Non c’è potere più forte del popolo italiano»
Una riflessione, quella della Meloni, che in un’intervista al Corriere della sera Francesco Lollobrigida, tra i suoi più stretti collaboratori, traduce in una constatazione di fatto. «Rispetto a un anno fa il tentativo di demonizzare Giorgia Meloni è fallito. Ora è una speranza, basata su quello che si impegna a fare. Ma anche su quello che ha già dimostrato di saper fare». Non solo. Il capogruppo alla Camera del partito con i migliori sondaggi, in pole per esprimere il premier, spiega che con Draghi resta una reciproca attenzione: «È normale che due persone politicamente intelligenti come Mario Draghi e Giorgia Meloni, nel rispetto dell’identità e delle idee diverse, si preoccupino entrambe di garantire la tenuta economica della nazione».
Meloni, le rassicurazioni a Bruxelles: con me i conti non rischiano
Una tenuta che la leader di Fdi è pronta a rilanciare con coerenza. Fermezza e determinazione. Coordinate che Meloni mette in campo su tutti i fronti, a partire da quello economico. E che, a fine agosto – come riporta Il Sole 24 ore di ieri – ha esplicitato in un’intervista alla Reuters «per lanciare un messaggio molto chiaro a Bruxelles, ma anche ai mercati finanziari, rassicurando con parole nette circa la serietà delle sue prossime scelte di politica economica, ove mai dovesse guidare il prossimo governo. In quell’occasione – prosegue il quotidiano economico – ha messo in evidenza che i conti pubblici, con Fdi alla guida di Palazzo Chigi, “non corrono alcun rischio”. Che “la prossima legge di bilancio rispetterà ogni parametro richiesto”». Come pure che «”l’Italia difenderà i suoi interessi nazionali, ma come fanno già la Francia e la Germania, per cui nessuno vuole fare “follie”, “distruggere o lasciare l’Europa”».
Le bollette sono «una priorità assoluta». Ma niente nuovo debito
Una rassicurazione, quella sul fronte della tenuta dei conti pubblici, che Giorgia Meloni spiega nel suo programma economico. Ribadendo a chi preme per un maxi-scostamento di bilancio – come ai tempi della crisi Covid, per finanziare misure che possano attenuare l’impatto del caro energia su famiglie e aziende – un fermo no. Perché agire in fretta va bene, perché le bollette sono «una priorità assoluta». Ma niente nuovo debito. Un atteggiamento politico fermo ma dialogante, dello di Giorgia Meloni e del partito di cui è alla guida che, nonostante fieramente all’opposizione – aggiunge Lollobrigida nell’intervista al Corriere – «noi non abbiamo mai cambiato». A partire dal «confronto con il premier al quale – conclude il capogruppo alla Camera di Fdi – non abbiamo votato la fiducia, ma che ha potuto e può contare su di noi per tutti i provvedimenti che assume nell’interesse dell’Italia. Siamo stati più leali noi di alcune forze politiche di governo».