Meloni: «Se gli italiani mi chiedono di guidare il governo, lo farò. Non mi tiro indietro»

6 Set 2022 20:39 - di Sveva Ferri
meloni governo

Non basta che il centrodestra vinca, deve avere anche il primo partito. Solo così, infatti, la volontà popolare potrà essere tutelata fino in fondo da manovre di Palazzo. A dirlo è stata Giorgia Meloni, ospite di Bruno Vespa a Porta a porta. «Qui la posta in gioco non è tra un governo di centrodestra o più di destra, ma qui tra governo di centrodestra e maggioranze arcobaleno», ha avvertito la leader di FdI, spiegando che «noi dobbiamo arrivare primi come coalizione, ma anche avere il primo partito, per essere sicuri» di non avere incarichi di governo assegnati ad altri.

Meloni: «Se gli italiani dicono che devo guidare il governo, lo farò»

Meloni ha chiarito che non si fa «impantanare dai giochetti della sinistra» anche quando ha parlato delle riforme e del fatto che vorrebbe fare una bicamerale. Comunque, ha assicurato, «noi alle riforme non ci rinunciamo». Quanto all’esito delle elezioni, «sono attenta a quello che dicono gli italiani, se dicono che devo guidare il governo di questa nazione, lo farò». «Chiaramente decide il capo dello Stato, proporrò al presidente di fare il premier, non sono una a cui piace stare in prima fila, ma non mi sono mai tirata indietro».

Il primo provvedimento da premier? «Le bollette»

Meloni, che ha rivelato che «stiamo lavorando per chiudere il 22 a Roma la campagna elettorale», alla domanda su quale sarebbe il suo primo provvedimento da premier, ha risposto che «le bollette sono la nostra priorità, principalmente a livello europeo, per il tetto al prezzo del gas ad esempio» e, di fronte allo spettro dell’austerity, evocato da Vespa, ha sottolineato che «le cose vanno fatte con buon senso, dobbiamo fare il massimo per garantire il nostro stile di vita».

Senza tetto al prezzo del gas, non c’è scostamento che tenga

In questo contesto, l’Italia «deve diversificare le fonti, abbiamo il gas nell’Adriatico, ma non lo prendiamo per le ragioni ideologiche, mentre la Croazia lo fa. Per me i rigassificatori si devono fare, per Piombino servono compensazioni, se non ci sono alternative», ha chiarito Meloni, sottolineando inoltre che «per la nostra posizione possiamo diventare l’hub europeo dell’energia, è la nostra occasione». «Rifondere i sovraccosti dell’energia, da qui a marzo costa 3 o 4 miliardi di euro, non serve lo scostamento. Se non si fa il tetto al prezzo del gas, 30 miliardi di scostamento non basteranno, ce ne vorrebbero di più e andrebbero tutti alla speculazione, io non sono d’accordo», ha poi chiarito con riferimento alle proposte di Salvini.

«Io con le mani in testa per Salvini? Ma se neanche stava parlando…»

Dunque, come sono i rapporti con il leader della Lega? Meloni ha definito «tutto surreale» quello si è scatenato intorno alla sua foto con le mani sul viso al tavolo dei relatori di Cernobbio con il leader della Lega accanto. Un gesto che certa stampa e certi osservatori hanno voluto leggere come di disperazione per le parole dell’alleato, che però «in quel momento non stava neanche parlando…». Quanto al merito degli argomenti, «non mi risulta – ha chiarito Meloni – che Salvini abbia detto che il tetto al prezzo del gas non è una buona cosa, sulle sanzioni non dice che l’aumento del gas dipende dalle sanzioni, ma io non credo che le sanzioni non stiano dando problemi alla Russia. Io – ha ricordato – penso che le sanzioni siano il migliore strumento che abbiamo». «Noi – ha proseguito Meloni – dall’inizio della guerra proponiamo che ci sia un fondo, lo abbiamo pure approvato in Parlamento, quello che Salvini chiede ora con lo scudo europeo, noi lo chiedevamo già a quel tempo».

Meloni: «Letta deve chiedere scusa alla Polonia»

Infine, un passaggio sulle parole di Enrico Letta che ha diviso i Paesi europei in Serie A e Serie B, indicando tra questo Ungheria e Polonia, suscitando anche una dura reazione dell’ambasciatrice polacca in Italia, Anna Maria Anders. «Per me quella di Letta è una affermazione gravissima, loro immaginano la Ue come un club. L’attacco alla Polonia è gravissimo, perché è la nazione più esposta con la Russia, si fa avere a Putin il messaggio che a noi della Polonia non ce ne frega nulla. Letta – ha concluso Meloni – chieda scusa alla Polonia».

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