Meloni smonta le fake news del Pd: «Non tollerano l’idea di una donna di destra premier»
Il posizionamento internazionale, la sua presunta sottomissione al patriarcato, l’idea di Europa, i rapporti nel centrodestra e l’ipotesi di un governo di larghe intese. In una lunga intervista col Giornale, firmata dal direttore Augusto Minzolini, Giorgia Meloni smonta una per una tutte le “fake news” agitate dalla sinistra e da quella diffusa propaganda che non riesce a fare i conti con la democrazia dell’alternanza e, forse ancora di più, con la prospettiva che il primo presidente donna del Consiglio in Italia possa essere una leader di destra, lei. Una donna che parla di temi concreti e che sa declinare i suoi valori in visioni e progetti: sostegno a famiglie e imprese, lavoro, questione demografica, riforme per modernizzare il Paese.
Non esiste alcuna ipotesi di governo di larghe intese
«Quando il mare è in tempesta, come è adesso, la nave deve avere una guida salda e un equipaggio coeso che remi nella stessa direzione. Solo FdI e il centrodestra possono garantirlo», ha chiarito Meloni, ribadendo che sul tavolo non c’è alcuna ipotesi di un «governo arcobaleno», come lo chiama lei, o «di larghe intese», come lo chiama chi di tanto in tanto lo rilancia nel dibattito. Dopo dieci anni di governi di sinistra che non hanno portato solo peggioramenti per l’Italia, l’obiettivo è andare al governo della Nazione con il centrodestra e, se i cittadini lo decideranno, con FdI alla guida dell’esecutivo.
Meloni: «Siamo pronti a governare, ora serve il massimo sforzo»
Il centrodestra, che sta «insieme per scelta» e governa unito 15 Regioni su 20 e migliaia di Comuni, è pronto. FdI è pronto, per rilanciare l’Italia in un momento così difficile, mentre un’altra maggioranza raccogliticcia sarebbe «esiziale per la Nazione». In questo quadro, «se il centrodestra dovesse essere vincente e FdI dovesse risultare il primo partito, non ho motivo di credere – ha ribadito Meloni – che il presidente della Repubblica farebbe una scelta diversa» dall’indicare lei come presidente del Consiglio. Siamo pronti a governare l’Italia». Epperò, è essenziale non dare per vinta la partita. «Anzi – ha avvertito la leader di FdI – è proprio questo il momento di assicurare il massimo sforzo, perché se si fa passare il messaggio che il risultato è scontato c’è il rischio che poi le persone pensino che andare a votare sia superfluo.
«Bastano 5 minuti per decidere il futuro dei prossimi 5 anni»
«La sinistra le proverà tutte, per questo abbiamo davanti giorni decisivi e bisogna fare il massimo», ha ricordato Meloni, lanciando un appello al voto per gli indecisi: «Andate a votare, bastano cinque minuti per decidere il futuro dei prossimi cinque anni. Non è vero che tutti i partiti sono uguali e che tanto non cambierà mai nulla. Abbiamo l’occasione di mandare a casa la sinistra che ha governato per dieci anni senza mai aver vinto le elezioni e dare all’Italia un governo forte e coeso di centrodestra. E su questo ogni voto a FdI è una garanzia».
Caro bollette, lavoro, famiglia, riforme: le priorità di governo per FdI
Meloni quindi ha illustrato le priorità per l’esecutivo che verrà: «Mettere al riparo famiglie e imprese dal caro bollette» con il tetto europeo al prezzo del gas e il «disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia prodotta da altre fonti», che si può fare senza bisogno di scostamento di bilancio; «l’altra priorità è sicuramente il lavoro», con un taglio «drastico» del cuneo fiscale e gli incentivi alle imprese che creano nuova occupazione «con un modello basato sul principio più assumi meno tasse paghi»; e poi rimettere al centro la famiglia «con politiche strutturali e di lungo periodo per uscire dalla glaciazione demografica»; infine il capitolo delle riforme, a partire dal presidenzialismo.
La «sinistra a corto di idee» demonizza l’avversario
Questo è quello che interessa a Meloni e questo è quello di cui parla con determinazione agli italiani, anche in una campagna elettorale contrassegnata da mancanza di «fair play». La leader di FdI ha ricordato che «una sinistra a corto di idee» ha agitato «il solito armamentario ideologico» e «ha fatto scattare l’allarme fascismo», scegliendo la strada dei «toni violenti che non aiutano il confronto». «Ma io credo – ha sottolineato – che la strada che tutti dobbiamo percorrere sia quella di portare l’Italia al pari delle grandi democrazie occidentali, nelle quali ci sono due grandi blocchi, conservatori contro progressisti, che si combattono ma si rispettano a vicenda, e si alternano al governo della Nazione». «Sogno – ha aggiunto – una Nazione normale dove ci si possa confrontare sui contenuti e sulle proposte, e nella quale la demonizzazione dell’avversario sia solo un retaggio del passato».
Meloni smonta le «fake news» del Pd
E di esempi di demonizzazione non ne sono mancati: questione internazionale, donne, rapporti con l’Europa, solo per citare gli ultimi. Meloni li ha smontati uno a uno, chiarendo come la sinistra, Pd in testa, imputi a lei criticità che in realtà vive nel proprio campo. «In questa campagna elettorale la disinformazione della sinistra ha raggiunto livelli mai visti», ha detto, sottolineando anche però che «i fatti smentiscono sistematicamente le fake news del Pd». È, per esempio, il caso dell’Ucraina, dei rapporti con Putin, del posizionamento atlantico. Dal voto sulla guerra a ciò che è scritto nel programma, nulla nell’azione di FdI lascia margini di ambiguità. «Sono altri – ha chiarito la leader del partito – a dover spiegare il loro posizionamento internazionale. E penso al segretario del Pd Letta, che si è alleato con i nostalgici dell’Urss, che hanno votato contro l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato e che scrivono nero su bianco nel loro programma che va interrotto subito l’invio di armi in Ucraina».
Dai nostalgici dell’Urss all’Ue di serie A e B: quello che Letta dovrebbe spiegare
Quanto agli Usa con l’Italia «sono storici alleati e i rapporti prescindono, da sempre, dal colore politico dei rispettivi governi». «Sono convinta – ha chiarito – che non ci sia alcun pregiudizio dell’attuale amministrazione Usa nei confronti di un possibile governo di centrodestra e mi pare che il Dipartimento di Stato americano abbia più volte dichiarato che lavorerà con qualsiasi governo». In merito all’Europa, poi, Meloni ha spiegato di essere «sinceramente stanca» di dover ribadire che il governo di centrodestra non avrà pulsioni anti-europeisti. «Non sono i conservatori europei, che ho l’onore di presiedere, a voler distruggere l’Europa. I veri anti-europeisti – ha chiarito – sono coloro che, in un momento nel quale siamo sotto attacco e la Ue dovrebbe essere più unita e forte che mai, sostengono che ci sia un’Europa di serie A e una di serie B e che stanno facendo di tutto per spingere l’Ungheria nelle braccia di Putin. È un enorme favore al Cremlino spingere Budapest fuori dalla Ue e addirittura dalla Nato».
Meloni sul tema donne: «Abbiamo superato il senso del ridicolo»
Sulla questione femminile poi per Meloni «abbiamo superato il senso del ridicolo». «Tra le cose che più mi hanno colpito – ha rivelato – è stato un tweet di qualche giorno fa di Letta, nel quale il segretario del Pd tentava addirittura di spiegarmi cosa significhi essere donna. La verità è che la sinistra e le femministe di casa nostra non tollerano l’idea che una donna di destra possa diventare presidente del Consiglio. E arrivare così dove loro non sono mai riuscite ad arrivare, forse perché si sono sempre accontentate di qualche strapuntino concesso dal leader uomo di turno. A destra, invece, conta il merito e vai avanti solo se vali e hai dimostrato sul campo di cosa sei capace. E avere un presidente del Consiglio donna significherebbe aprire la strada all’affermazione in Italia delle donne a ogni livello, ribadendo – ha concluso Meloni – proprio la centralità del merito e del valore».