Napoli, professore ucciso a coltellate a scuola. Prima ipotesi sul movente: reazione a una nota
Un professore ucciso a scuola. Forse in pieno giorno. E in mezzo al via vai degli studenti. Quando i carabinieri lo hanno trovato, il suo corpo giaceva esanime, riverso sul pavimento dell’istituto “Marino Guarino” di Melito (in provincia di Napoli), dove il 64enne Marcello Toscano era insegnante di sostegno. Le ricerche dell’uomo sono partite ieri sera intorno alle 20, quando i familiari hanno lanciato l’allarme, non avendo più sue notizie. I carabinieri, a quel punto, sono partiti dall’ultimo luogo frequentato dal professore: la scuola dove la vittima lavorava. E dove ha finito i suoi giorni. Dai primi accertamenti pare che la morte sia riconducibile a un’aggressione con arma bianca: ma l’ipotesi è ancora da verificare. Le indagini sono in corso, con i carabinieri che hanno acquisito già diverse immagini dalle telecamere presenti in zona. Intanto, qualcuno nei corridoi (sembra un collega della vittima) ipotizza che la reazione violenta possa essere stata scatenata da una nota. E anche solo l’idea di un tale movente aumenta la portata dell’orrore di una vicenda ancora tutta da chiarire…
Napoli, professore ucciso a coltellate a scuola
Tutto parte con la denuncia di scomparsa fatta dal figlio, che si è recato nella caserma dei Carabinieri di Mugnano ieri alle 19.25. Poco dopo le 21 la figlia ha individuato l’auto del padre nei pressi dell’istituto dove il genitore insegnava e ha chiamato i Carabinieri. I militari sono giunti sul posto, hanno fatto aprire i cancelli dai custodi e sono entrati nel perimetro della scuola da soli, ispezionando tutti i locali, interni ed esterni. A trovare il corpo in un’aiuola, sottolineano i Carabinieri, sono stati proprio i militari impegnati nell’ispezione. Oggi, sulla vicenda che parte alla ricerca di un movente, dell’arma del delitto e anche delle cause della morte (al momento che il prof sia stato ucciso a coltellate è ancora un’ipotesi) si è espresso anche il sindaco di Melito, Luciano Mottola. Il quale, profondamente scosso per quanto accaduto, ha rivolto un disperato appello allo Stato: «Non lasciateci soli»…