Non solo social, Meloni spopola sulla stampa estera: tra le testate blasonate gara per intervistarla
Arrivano dal Giappone, dalla Corea, dall’Australia e dal Brasile, oltre che da latitudini più scontate come l’Europa o gli Usa. Le richieste di interviste della stampa estera a Giorgia Meloni danno la misura dell’attenzione a livello globale intorno alla crescita di FdI e alla possibilità che la sua leader diventi la prima premier donna d’Italia. Un successo che va di pari passo con quello “dal basso” dei social, dove Meloni si accredita come una delle figure più seguite e apprezzate, arrivando a tallonare nel “sentiment” degli utenti anche il celebratissimo Mario Draghi.
L’attenzione della stampa estera su Giorgia Meloni
È l’Adnkronos a rivelare la mole di richieste giunte all’ufficio stampa di via della Scrofa, dove la strategia è puntare sulla qualità che sulla quantità, privilegiando i contenuti e il taglio istituzionale. Negli ultimi due mesi, ricorda l’agenzia di stampa, le interviste rilasciate si contano sulle dita delle mani: il settimanale portoghese Sol, la tv americana Fox, la testata tedesca Faz, lo Spectator britannico, la Reuters e lo spagnolo Periodico. E a meno di un mese dal voto, è prevedibile che le uscite su stampa e tv stranieri possano avere una progressione. In quest’ottica, valorizzando anche il ruolo di leader dei Conservatori europei e di interlocutrice costante dei repubblicani Usa, per Meloni – è il pronostico dell’Adnkronos – a stretto giro potrebbero aprirsi anche le impegnative “finestre” del Washington Post e di chi, più di altri, le tiene gli occhi puntati addosso: la “bibbia” liberal del New York Times.
Testate blasonate e social: il successo della comunicazione di FdI
Dunque, anche la stampa blasonata a livello internazionale vuole capire di più di questa giovane leader che ha saputo affermarsi con autorevolezza nel panorama politico italiano, riuscendo a scalzare pregiudizi e narrazioni malevole con la forza della coerenza e dell’autenticità. Un percorso nel quale anche i social hanno giocato la loro parte se, come emerso di recente, Meloni tallona Mario Draghi nella classifica del “sentiment” social positivo nei confronti dei leader: continuando a crescere, è arrivata al 60,57% del gradimento a meno dell0 0,5% dall’osannato Draghi (al 61,03%).
Una strategia basata sull’autenticità
«Non forziamo mai i momenti privati della vita di Giorgia. Valorizziamo quelli di normalità in occorrenze particolari e quando lei lo reputa opportuno. Trasmettere il lato umano e personale aiuta sicuramente molto in termini comunicativi, ma abusarne rischia di trasformare un politico in un influencer», ha spiegato Tommaso Longobardi, “l’uomo social” di FdI, in un’intervista al Giornale di oggi, nella quale ha chiarito che il fatto di aver resto reso un tormentone il suo “Io sono Giorgia” sia stato un autogol per gli avversari di Meloni. «Trasformare in una challenge e in un remix un discorso che trasmetteva valori condivisibili da una grossa fetta di popolazione, non poteva che diventare pura propaganda per la persona che si voleva ridicolizzare».
Longobardi: «Non inseguiamo i trend, sulle piattaforme veicoliamo contenuti»
«Sinceramente non usiamo i trend come bussola quotidiana, tant’è che non ci avvaliamo di alcuna piattaforma di studio del sentiment. Più che adeguare la comunicazione ai trend del momento, preferiamo trovare notizie e contenuti che si colleghino alla narrazione di Fratelli d’Italia», ha quindi chiarito Longobardi, sottolineando che «è importante che un politico non si presti troppo ai trend comunicativi di un social e che utilizzi le piattaforme per veicolare sempre dei contenuti che permettano di conservare, soprattutto in campagna elettorale, credibilità e messaggi politici».