Orrore a Modena: tunisini massacrano a botte e coltellate una coppia. Poi lo sfregio (filmato) dello stupro
Un agguato alla “Arancia Meccanica”: a Modena, nella notte tra mercoledì e giovedì in via San Faustino, un tentativo di rapina mosso da un regolamento di conti, ha motivato l’incursione in un un appartamento del condominio Windsor Park tra i più agghiaccianti che la cronaca annoveri. Una vicenda che si consuma all’interno di due nuclei familiari di immigrati. Le vittime sono una donna e un uomo di origini magrebina, rispettivamente di 28 e 25 anni, residenti nel palazzo. I presunti aggressori, un 30enne e un 16enne tunisini.
Orrore a Modena: coppia in ostaggio di due malviventi tunisini
È una provvidenziale segnalazione dei vicini a interrompere la sequenza di orrori perpetrati con l’intento iniziale di una rapina in abitazione. Poi degenerato in una violenza sessuale. E infine culminato nell’accoltellamento della donna. Una mattanza, con le urla di terrore e disperazione che provenivano dalla casa accanto che hanno richiamato l’attenzione degli altri inquilini. I quali, allertati e terrorizzati, hanno fatto scattare l’allarme ai poliziotti, intervenuti tempestivamente.
Il pretesto della rapina, la violenza del pestaggio, lo sfregio della violenza sessuale
Gli agenti, infatti, precipitatisi sulla scena del crimine, hanno scongiurato quello che avrebbe potuto essere addirittura un epilogo peggiore. Secondo quanto riferisce il sito di Today.it, infatti, sulla base di una prima formulazione di quanto accaduto che hanno effettuato gli inquirenti, l’orrore sarebbe cominciato verso le 2 di notte. Un istante dopo l’ingresso in casa dei due aggressori, che sembra siano entrati grazie all’inquilino che li conosceva. Da quel preciso istante scoppia l’inferno: con i due intrusi che rivelano subito le loro reali intenzioni.
I due tunisini smartphone alla mano filmano l’orrore minuto per minuto
Intenzioni criminali a cui danno seguito cominciando con pestaggio della coppia che, tra calci e pugni sferrati senza pietà, culmina con i due aguzzini che, brandendo un coltello da cucina, prendono a menare fendenti al 25enne. Che nel frattempo hanno anche costretto a spogliarsi. Nel giro di breve, poi, i due impongono anche la donna – sempre sotto la minaccia dell’arma da taglio – di togliersi i vestiti e compiere atti sessuali. Minacce, mortificazioni, abusi fisici e umiliazioni psicologiche che i due malviventi hanno persino filmato con il loro telefonino…
La fuga e il rifugio in un casolare abbandonato. Poi l’arresto
L’intervento della volante, che la centrale operativa ha inviato sul posto dopo la chiamata dei vicini, evita il peggio. Nel frattempo, però, i due tunisini riescono a cambiarsi gli abiti insanguinati, indossando vestiti trovati nell’appartamento. E sono riusciti a fuggire dalla cucina, attraverso l’impalcatura che riveste l’edificio per dei lavori di riqualificazione in corso. Con loro hanno portato le chiavi di casa e dell’auto della coppia, oltre a 1.400 euro in contanti. La loro fuga, però, si rivelerà presto inutile. Gli inquirenti sono sulle loro tracce e rintracciano i due aggressori – entrambi clandestini e senza fissa dimora – in un casolare abbandonato alla periferia della città (ad appena 3 km di distanza).
Il telefono degli aggressori: una prova nelle mani degli inquirenti
Arrestati con le accuse di rapina pluriaggravata in abitazione commessa con l’uso di armi, di violenza sessuale di gruppo e di lesioni volontarie pluriaggravate, in concorso fra loro, ora il 30enne e il 16enne tunisini dovranno rispondere della violenza inferta alla coppia di magrebini. Le due vittime, invece, che i soccorritori hanno portato in pronto soccorso, hanno riportato svariate ferite da taglio, diverse fratture e contusioni, giudicate guaribili nell’arco di un mese. Nelle mani degli inquirenti, le raggelanti immagini che i due malviventi hanno registrato durante la rapina, la brutale aggressione e la violenza sessuale. Una prova che, sia durante le indagini, che in sede processuale, potrà fare la differenza…