DiMartedì, Paolo Mieli smonta il processo a Meloni: «È stata geniale, va riconosciuto» (video)
«Io non credo che ci sia un solo italiano che pensi che si riapra la storia di cento anni fa». Nel corso della puntata di ieri di DiMartedì è servito l’intervento di Paolo Mieli per fare giustizia in quello che, come ha riferito Guido Crosetto, lasciando nell’anonimato la sua fonte, perfino «una autorevole giornalista di sinistra» ha definito un «processo ignobile a Giorgia Meloni», con un’opinione condivisa da molti anche sui social.
«Non c’è un solo italiano che creda al ritorno del fascismo»
Intervistato da Giovanni Floris sull’allarme fascismo, il giornalista e storico ha chiarito di non credere affatto che Meloni incarni un ritorno al passato. «Io non credo che abbia il peso della Fiamma, della storia neofascista», ha spiegato Paolo Mieli, aggiungendo di ritenere che nessuno tema un ritorno al fascismo. Piuttosto, per Mieli l’aver mantenuto un legame ideale con la storia del Msi, combinandolo con la coerenza, è un punto a favore della leader di FdI. Mieli ha parlato di «genialità».
Paolo Mieli spiega «la genialità di Meloni»
«Giorgia Meloni è avvantaggiata dal venire da quella storia di una minoranza messa ai margini durante l’Italia repubblicana. I suoi genitori e progenitori politici sono percepiti come gente che il sistema, quelli che mangiano, si arricchiscono, hanno lasciato ai margini». «La sua genialità è stata tenere il partito sempre fuori» da certe manovre, «di tenere quella tradizione senza associarsi con nessuno, il contrario di quanto ha fatto da Fini». Meloni, insomma, non si è lasciata tentare da operazioni che avrebbero snaturato il partito e questo, ha sottolineato Mieli, «va considerato».