Pera: «L’Ue è un pasticcio, da Meloni buone proposte. Il presidenzialismo? Me lo auguro dal ’96»
«La nostra Costituzione è la somma dei nostri valori nazionali, non può bastare un tratto di penna per farla passare in secondo piano». A dirlo è stato l’ex presidente del Senato, Marcello Pera, ragionando di Europa e del fatto che oggi «è molto pasticciata», anche in merito al tema del rapporto tra diritto comunitario e diritti nazionali. Candidato con FdI, Pera è anche tornato sul tema del presidenzialismo che «vuol dire trasparenza» e «stabilità».
Pera: «Meloni sull’Europa ha una buona proposta»
Intervistato da Repubblica, Pera, che è capolista al Senato in Campania, ha spiegato di aver scelto FdI per il suo ritorno in politica «perché sono un liberalconservatore, che si oppone alla sinistra». E, sì, ritiene che FdI sull’Unione europea abbia una «buona proposta, perché bisogna capire che cos’è l’Europa oggi». «È un super Stato federale? No. È confederale? No. È una costruzione intergovernativa? Sì, e molto pasticciata, perché ha sottolineato Pera – come mi hanno da tempo insegnato politici come Romano Prodi o intellettuali come Jürgen Habermas, soffre ancora di un “deficit democratico” che è, prima di tutto, istituzionale». Dunque, in questo contesto, «anche il primato del diritto comunitario su quelli nazionali è da discutere. In Germania si deve passare dalla corte costituzionale di Karlsruhe prima di cedere sovranità. Da noi no, ma come si fa a dire che è meglio?».
Orban? «Chi giudica lo stato di diritto? Sicuri che domani non possa toccare a noi?»
Alla domanda se abbia condiviso il voto contrario di FdI e Lega alla risoluzione anti-Orban, Pera ha risposto chiarendo che «mi pare di capire che si tratta di violazioni dello stato di diritto. Mi piace lo stato di diritto, è un’invenzione liberale, l’apparato pubblico della società aperta di Popper. Ma dobbiamo essere onesti e farci qualche domanda. Chi giudica dello stato di diritto? Con quali criteri? Giurisdizionali o politici? Resisterebbe bene all’esame di stato di diritto l’ordinamento giudiziario italiano o magari, su qualche punto, ci direbbero: “Meglio rivederci al prossimo appello. C’è ancora un po’ di lavoro da fare”?».
«La Russia gioca sporco. Le sanzioni sono sacrosante»
L’ex presidente del Senato, dunque, ha liquidato il grande allarme della sinistra su una presunta deriva anti-europeista del centrodestra ricordando che «siamo in campagna elettorale, che spesso è come il carnevale, la stagione, breve per fortuna, in cui ogni scherzo vale». Mentre sulla questione dei presunti finanziamenti russi ha chiarito che «la Russia, e forse non solo la Russia, gioca sporco, lo ha fatto altre volte. Mi attengo a ciò che ha detto il presidente Draghi: ogni partito comprenda bene dove sta l’interesse dell’Italia. Non è solo questione di trasparenza, che invoco, è questione di collocazione occidentale, che non è discutibile». Dunque, «sacrosante le sanzioni alla Russia» e, ha aggiunto Pera, «mi pare che comincino a mordere. Sensibilità diverse dovrà aggiustarle il nuovo governo. Partendo da una premessa accertata: che Putin ci vuole distruggere».
Pera: «Il presidenzialismo vuol dire trasparenza, stabilità, bipolarismo»
Poi, tornando alla politica interna, l’ex presidente del Senato ha sottolineato che «un bipolarismo vero ci sarà quando avremo una Costituzione, una legge elettorale e regolamenti parlamentari disegnati allo scopo». «Mi auguro il presidenzialismo dal 1996», ha ricordato Pera, aggiungendo che «presidenzialismo, e comunque elezione diretta del capo dell’esecutivo, vuol dire trasparenza: chi vince governa; vuol dire stabilità: chi governa lo fa per il tempo fissato dalla Costituzione; e vuol dire bipolarismo: il partito del presidente contro quello o quelli che gli si oppongono».