Polonia, Von der Leyen blocca i fondi del Pnrr: «Varsavia non rispetta l’indipendenza dei giudici»
«Il governo polacco non vuole cambiare le leggi nel modo in cui abbiamo stabilito nel contratto del Pnrr per ripristinare l’indipendenza dei giudici. Perciò non possiamo erogare i fondi». A dare l’annuncio sulla stretta Ue nei confronti della Polonia è direttamente la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, rispondendo a una domanda a un evento in corso all’Università di Princeton negli Stati Uniti. «Next Generation Eu – ha aggiunto – è un contratto tra gli Stati membri e la Commissione. Funziona così: se fai queste riforme, avrai questi soldi dalla tua tranche. E il contratto con la Polonia prevede la legge per garantire l’indipendenza dei giudici che attualmente nel Paese non è più garantita».
Così la Von der Leyen negli Usa
Le parole della Von der Leyen sono destinate a produrre effetti solo a Varsavia, e a ricevere attenzione anche nell’Ungheria di Viktor Orbán, da tempo indiziato numero uno della fronda anti-Bruxelles. Proprio di recente, il Parlamento di Strasburgo ha approvato – con il voto contrario di Fratelli d’Italia e Lega – un documento di condanna contro il premier magiaro, accusato di aver realizzato nel proprio Paese una sorta di autocrazia elettorale. Un giudizio ovviamente condiviso dalla Von der Leyen e che di fatto tiene ferma l’Ungheria nel mirino di Bruxelles. E non solo.
A Tallin manifesti anti-Orbán
A prendere posizione contro contro Orbán sono infatti anche i cittadini delle nazioni baltiche. A Tallin, in Estonia, sono apparsi diversi manifesti raffiguranti il premier ungherese con i baffi alla Hitler e una svastica rossa sul volto. Una delle foto appare che sullo stemma dell’ambasciata magiara. Sotto l’immagine, la scritta «L’Ungheria non può far parte dell’Ue». Il clima che va creandosi intorno a azioni come Polonia e (soprattutto) Ungheria non promette nulla di buono per il futuro dell’Unione. Il processo di integrazione si sta mostrando ad Est più difficoltoso del previsto. E, forse, anche la Commissione Von der Leyen dovrebbe mettere in campo strategie più mirate piuttosto che procedere esclusivamente con il taglio dei fondi.