Rampelli: “Giù le mani da Ita. Il governo è scaduto, deve limitarsi agli affari correnti”

1 Set 2022 15:50 - di Sara De Vico

Il tentato blitz del governo su Ita non va giù a Fratelli d’Italia. L’annuncio a sorpresa dell’avvio della trattativa in esclusiva con Certares, Delta, Air France-Kim (al posto di Lufthansa) non convince Fabio Rampelli. Da sempre contrario alla svendita della compagnia di bandiera. “Un governo finito, a elezioni ravvicinate, non deve fuoriuscire dal perimetro degli affari correnti”, dice il vicepresidente della Camera in una lunga intervista a Verità e Affari.

Ita, Rampelli: il governo si limiti agli affari correnti

I paletti sono chiari e prescritti dalla Costituzione. “L’Italia é un’economia trasversale. Il trasporto aereo è uno strumento indispensabile per il nostro sistema trasportistico. Che è a sua volta essenziale per un Paese come il nostro. A 25 giorni dalle elezioni un governo che non esiste più non può assumere una decisione simile così strategica. Per quanto ci riguarda non é una scelta definitiva”.

“La fretta del ministero puzza di bruciato”

Se si firmasse un accordo prima dell’insediamento del nuovo governo Rampelli annuncia di essere pronto a portare la questione davanti alla Corte Costituzionale. “Improvvisamente  questa vicenda ha assunto un’urgenza che prima non le apparteneva. E ha molti lati oscuri che dovranno essere chiariti”. Parole dure da parte dell’esponente di FdI, che ha attaccato senza sconti la gestione di Altavilla dell’ex Alitalia.

Accordi inconfessabili per svendere a terzi

La forzatura impressa dal ministero dell’Economia “puzza di bruciato”. “È come se qualcuno avesse fatto accordi inconfessabili per cedere a terzi la gestione di flussi turistici nazionali. Un impareggiabile business. Visto che la nostra nazione è in testa ai desideri di soggiorno di tutti i cittadini del mondo. E per paura che saltino questi accordi si forzano la Costituzione e le procedure”.

Nessuna preferenza tra le due cordate

Nel merito nessuna preferenza tra le due cordate sul mercato. “Finora – spiega – sono uscite solo confuse indiscrezioni, accompagnate da smentite, rilanci, commenti, precisazioni. Non ci sono strumenti per esprimere un giudizio compiuto su questa offerta.  Resta il fatto che il futuro del sistema trasportistico italiano deve essere nelle competenze di un governo legittimato dal consenso popolare”.

“Al governo faremo la migliore scelta per l’Italia”

“Se vinceremo le elezioni – aggiunge Rampelli – rivaluteremo la situazione avendo piena contezza delle offerte. Ma non faccio il tifo per una o l’altra cordata, per me sono la stessa cosa. Di tifosi di Germania e Francia ce ne sono già troppi. La decisione su Ita deve essere presa allargando lo sguardo a tutto il sistema nazionale, dei trasporti ma anche economico”.

Vogliamo un sistema che garantisca il business

Il progetto di Fratelli d’Italia è chiaro: “Vogliamo che il sistema trasportistico italiano, foriero di ricchezza per la nostra comunità, sia all’altezza delle sue potenzialità. Lo Stato deve avere quote significative. Perché altrimenti la compagnia non può reggere la concorrenza di altri vettori partecipati massicciamente dal pubblico. Come per Lufthansa e Airfrance”.

Serve collaborazione pubblico-privato

Ma nessun protezionismo d’antan. “La nostra modalità in economia prevede la collaborazione pubblico/privato.  Il pubblico garantisce i servizi, la copertura finanziaria e svolge l’azione di controllo da dentro. Il privato la gestione oculata e virtuosa delle risorse”. Fratelli d’Italia non esclude una compagnia aerea ancora in mano allo Stato. “Veniamo accusati di  essere troppo nazionalista. Ma quello che vogliamo è lo sviluppo di una compagnia che faccia gli interessi dell’Italia. Anche noi vogliamo e pretendiamo un partenariato con altre compagnie. Ma che siano in grado di far competere ad armi pari Ita con le altre realtà europee. E non che la riducano a un osso da spolpare come già successo in passato”.

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