Rdc senza averne diritto, immigrato assolto. Ad Asti scoperti altri 250 “furbetti”, quasi tutti africani
Un richiedente asilo residente a Gubbio, è stato prosciolto dal gup dall’accusa di tentata truffa: aveva chiesto il reddito di cittadinanza pur non avendone tutti i requisiti, ma secondo il giudice non poteva essere a conoscenza della normativa sul rdc. Ne dà notizia Perugia Today.
Il reddito di cittadinanza chiesto dal profugo di Gubbio
L’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Gagliardi, era accusato di avere presentato un’istanza “di ottenimento del reddito di cittadinanza”, sostenendo in modo fraudolento di “essere residente in Italia da dieci anni” e traendo “in inganno l’Inps, con l’obiettivo di cagionare allo stesso un danno economico pari all’ammontare delle future somme” incassate. La truffa “non si consumava” perché la domanda “non veniva accettata dai sistemi informatici dell’Inps” e “nessuna somma risultava corrisposta in favore dell’indagato”.
La difesa ha sostenuto che l’imputato aveva presentato, tramite un consulente, la richiesta di reddito di cittadinanza, ma che in tale richiesta non c’era “l’elemento psicologico del reato e l’assoluta buona fede” dello stesso. Il giudice per l’udienza preliminare ha ritenuto che il fatto non sussiste e ha dichiarato il non luogo a procedere.
Duecentocinquanta immigrati africani con il rdc: truffa da 1,6 milioni di euro
La notizia da Perugia praticamente arriva in concomitanza con quella giunta dal Piemonte. Duecentocinquanta immigrati, quasi tutti di origine africana, avrebbero percepito per due anni, nel periodo 2021- 2022, il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti per un danno complessivo stimato in 1,6 mln di euro. E quanto accertato dalla Guardia di Finanza di Asti in collaborazione con l’Inps nell’ambito di controlli finalizzati a contrastare le frodi del settore della spesa pubblica.
Nel corso dell’operazione i finanzieri hanno preso in esame i dati autocertificati necessari a richiedere il beneficio all’Inps scoprendo che i 250 percettori di rdc, di cui buona parte originari dell’Africa, sono risultati privi del requisito della residenza sul territorio italiano da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo, come previsto dalla legge. Per ottenere il beneficio, secondo le indagini, i soggetti controllati avrebbero presentato false attestazioni Isee in forma di autocertificazione.