Sgarbi: «Mi sento come Clark Kent. A Bologna perché votare Casini quando si può avere me?» (video)
Sui social imperversa ovunque, con post, video appelli degli amici dello spettacolo e non solo e perfino con una storia a fumetti in cui lui è Sgarbiman e parla coi santi. Ma è sul territorio che forse Vittorio Sgarbi si sta spendendo di più, in una campagna elettorale in cui, spiega, «non perdo una sagra» per incontrare i cittadini. Sgarbi è candidato al Senato nel collegio di Bologna, dove sfida Pier Ferdinando Casini. Un territorio difficile, nel quale ci sta mettendo la faccia anche nelle vesti di Sgarbiman, che volando, con il simbolo di una capra sul petto, raddrizza con una mano le Due Torri e promette di «disintegrare quel mezzobusto! Smash!».
«Mi sento come Clark Kent. Perché votare Casini quando si può votare me?»
«Mi sento proprio come Clark Kent, che toglie gli occhiali e diventa Superman. I disegni sono del bravo Giuseppe Candita, che crea Tex Willer, l’idea e i testi miei», ha spiegato il critico d’arte in un’intervista al Corriere della Sera, sottolineando che «i bolognesi sono imprevedibili». «Perché votare un candidato del Pd che non è del Pd, ma un ex Dc, e che in precedenza era stato eletto pure con i voti della destra?». «Casini lo conosco da 40 anni, mi ha chiesto di non essere troppo cattivo, non ha niente da dire. Perché scegliere uno di cui non si conosce il pensiero, quando si può avere me?», si è chiesto Sgarbi, perfettamente consapevole che il collegio non è dei più semplici.
Sgarbi e la sfida a Bologna: «Io posso farcela»
«Dai dati l’Italia è tutta azzurra, meno Bologna e Firenze che restano rosse. Potevano darmi un collegio blindato, invece no, Giorgia Meloni (Sgarbi corre con Noi Moderati che per le candidature negli uninominali ha trovato il sostegno di FdI, ndr) mi ha comunicato: “Per te resta questo”. Tutti a dirmi: “Sei matto?”. Invece ci provo. Non mi perdo una sagra, faccio selfie e comizi, unico, gli altri temono le piazze vuote». Epperò, quella accettata dall’istrionico critico d’arte è tutt’altro che una missione politicamente suicida. Numeri alla mano, infatti, Sgarbi ha chiarito di ritenersi come l’uomo che può compiere l’impresa, perché «Casini l’altra volta ha preso il 35% contro il 29. Mettiamo che scende al 30%. E che il centrodestra arrivi al 28%. A quel punto la differenza la faccio io, l’unico in Italia che ne è capace: 2 o 3 punti di percentuale li valgo tutti».
Tutti quelli che «a Bologna non fare casini, vota Sgarbi»
Lo slogan è «a Bologna non fare casini, vota Sgarbi» e a ripeterlo ci sono al suo fianco anche amici del mondo dello spettacolo, e non solo. Christian De Sica, Massimo Boldi, Al Bano, Morgan, Sergio Castellitto. E ancora, fra gli altri, Giuseppe Cruciani, Valentina Vezzali, Edoardo Sylos Labini, il poeta Davide Rondoni, che sceglie «non le mummie della politica, ma l’energia della cultura». Endorsement che il critico ha postato sui suoi social, tra video di appuntamenti elettorali e commenti politici. Ma fra tutte le dichiarazioni di voto la più sorprendente di tutte è forse quella di Tommaso Cerno – «pure lui, che è del Pd», ha ricordato Sgarbi al Corriere – che ha detto che non avrebbe voti su chi votare a Bologna, perché Sgarbi «mi ha insegnato come essere liberi, cercare le cose che non si sanno. Come questo Paese può essere cambiato col pensiero».
«Sono l’unico vecchio che piace ai giovani»
«E ora – ha aggiunto l’esponente di Noi Moderati – contro il volere di mia sorella Elisabetta, lo chiederò a Fabrizio Corona». Nella campagna social, insomma, Sgarbi spiazza e “spacca”, anche sull’onda di una spiccata simpatia che suscita tra i giovani. «Sono l’unico vecchio che piace ai giovani, perché ne ho 70 e mi comporto da 15enne. Se gli grido “Capre”! non si offendono, anzi ci tengono», ha rivendicato, aggiungendo che però «mi adorano anche i vecchi. Una signora anziana con la veletta mi ha confidato: “La ammiro tanto, sa? Specie quando dice le parolacce”».
Il saluto al matrimonio in cui si era “imbucato” per sbaglio
Uno dei tanti incontri dell’altro binario della campagna elettorale: la presenza sul territorio e il contatto con i cittadini. Un impegno al quale Sgarbi in queste settimane non si è mai sottratto, neanche quando, come ricorda Giovanna Cavalli che firma l’intervista, in Lombardia, dove è candidato nell’uninominale, di recente ha sbagliato evento e si è presentato a un matrimonio: «Già che c’era, si è fermato a cantare con gli invitati».