Sicurezza, Bologna maglia nera degli stupri. Le città “rosse” fanno sempre paura: ecco i dati
La sicurezza: un tema complesso e articolato che è tornato spesso all’ordine del giorno di comizi e confronti tv tra le coalizioni in campo per l’appuntamento elettorale del 25 settembre. Un’emergenza che incalza nelle nostre città, sotto scacco della microcriminalità, di cani sciolti, e di organizzazioni più complesse a ramificate sul territorio. Una ferita aperta che torna a sanguinare a un nuovo, agghiacciante fatto di cronaca. Ebbene oggi, a tutta pagina sul Corriere della sera, un report firmato a sei mani da Cesare Giuzzi, Milena Gabanelli e Simona Ravizza, ci snocciola e ci illustra i numeri del ministero dell’Interno su Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze e Napoli dal 2009 a oggi. Per capire come e dove furti, rapine, omicidi e violenze sessuali aumentano e dove calano.
Sicurezza nelle città rosse: i dati forniti a Dataroom dal Viminale
Una fotografia scattata sulla realtà delle nostre città – tutte governate da amministrazioni di sinistra – che mette a confronti col recente passato i dati forniti a Dataroom dal ministero dell’Interno su Milano. Roma. Torino. Firenze. Bologna e Napoli. Cifre e raffronti che escludono il 2020, perché tra lockdown e pandemia, è un’annata “anomala” che non può garantire a pieno un reale valore statistico. Una macro-analisi, quella rappresentata dal Corriere della sera, divisa per sezione tematiche che vanno dalle rapine in case e nei negozi ai borseggi, o furti con destrezza, fino alla voce «omicidi» – comprensiva dei dati sui «femminicidi» – e senza tralasciare i numeri sulla violenza sessuale.
Rapine in villa, furti nei negozi, omicidi (femminicidi inclusi)
Ora, al netto di divergenze da una città all’altra, e alla luce di confronti equilibrati o di una lieve tendenza al ribasso registrata dal report per quel che concerne rapine in villa o furti in appartamento e nei negozi, borseggi, o furti con destrezza, i dati del Viminale ci dicono che la curva, con tendenza al ribasso, è comunque più o meno stabile. E lo stesso dicasi per il più allarmante dato di omicidi e femminicidi. Mentre sul fronte informatico, «i reati che sono schizzati verso l’alto… A Milano sono quadruplicati, conseguenza del maggior utilizzo di mezzi elettronici di pagamento e acquisti online». Sono cioè, «reati di grandissima diffusione: spesso le bande colpiscono a strascico, come con il phishing, ossia con le email a pioggia nella speranza che qualche sprovveduto clicchi sul link truffa».
Allarme violenze sessuali: a Bologna il record assoluto degli ultimi dieci anni
Numeri che sicuramente trovano scarso riscontro però nel dato sull’insicurezza percepita nei cittadini. A proposito di allarme, allora, i riscontri più inquietanti sono quelli che arrivano dal fronte scoperto della sicurezza nelle città rosse, coi dati sulle violenze sessuali. Riguardo le quali il dossier del Corriere della sera assevera: «Bologna con 195 episodi segna il suo record assoluto degli ultimi dieci anni. A Milano nel 2021 si sono registrate 477 violenze, più di un caso al giorno, contro le 413 del 2019. Il picco nel 2009 con 520. Napoli con 206 casi si avvicina ai massimi del decennio. E le violenze non calano neanche a Torino, Roma e Firenze». Una realtà drammatica su cui, evidenza il servizio, «certamente rispetto al passato si denuncia di più, anche se probabilmente resta una quota elevata di sommerso»…
Le correlazioni numeriche tra immigrazione e sicurezza
Sugli autori, infine, l’analisi in questione ci dice che rispetto alle tipologie di reati presi in considerazione, la percentuale di immigrati atti delinquere sale se si parla di furti (43,2%), borseggi (58,7%), furti in casa (47,7%) e violenze sessuali (39,5%). Percentuali e equazioni che spiegano perché il tema sicurezza è tra i primi punti nell’agenda del centrodestra. Un tema che, gli stessi dati del Viminale, correlano strettamente anche ai dati sull’immigrazione. Ecco perché, se è vero che è difficile stabilire un nesso tra gli sbarchi di clandestini e l’aumento dei reati, è comunque da attenzionare il dato che indica come il problema della sicurezza in Italia non può essere scorporato dal tema dell’immigrazione.
«Nelle carceri italiane, 1 detenuto su 3 è straniero. Ossia 17.246 su un totale 57.286 reclusi»
Insomma dati – quelli degli sbarchi – che si intrecciano con un acuito problema di sicurezza. Perché se è vero che stabilire una stretta corrispondenza tra l’aumento dei reati e l’incremento del numero di sbarchi in Italia non è semplice, è tuttavia altrettanto realistico ammettere che i numeri snocciolati dal Viminale parlano chiaro. Un report di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi, e che evidenzia che «nelle carceri italiane, 1 detenuto su 3 è straniero. Ossia 17.246 su un totale 57.286 reclusi».
Un report dei giorni scorsi, sempre sui dati del Viminale: «Il39% dei crimini sessuali sono compiuti da cittadini non italiani»
E ancora: «Che le nazionalità più rappresentate sono Marocco, Albania, Romania, Tunisia, Nigeria, Gambia, Egitto, Algeria, Senegal e Pakistan, di cui la maggior parte irregolari». Un resoconto analitico in cui «il Viminale tende a sottolineare come un reato su tre nel nostro Paese sia compiuto da persone straniere, al di là della distinzione tra regolari e irregolari. Ma che evidenzia anche che il 39% dei crimini sessuali sono compiuti da cittadini non italiani».
Sicurezza, l’allarme stupri non registra inversioni di tendenza
Pertanto, se nel conteggio “assoluto” si tratta di una minoranza, scorporando il dato relativo dal fatto che «in Italia la popolazione straniera non supera l’8% del totale», fare la proporzione finale è semplice quanto allarmante. E il risultato lo enucleava Il Giornale in una sua analisi sui dati del Viminale dei giorni scorsi: «Gli stranieri compiono circa 5 volte più reati sessuali degli italiani. E i crimini sono anche in aumento nel nostro Paese»…