Telefonata beffa al figlio di Peskov: “Sei arruolato”. E Lui: “Risolverò ad altri livelli”
Telefonata beffa al figlio di Peskov, potente portavoce di Vladimir Putin. Gli dicono che è arruolato, che andrà in guerra. E lui risponde: “Risolverò la cosa ad un altro livello”. Insomma il figlio di Peskov non può andare in guerra… E’ questo l’alto senso patriottico del giovane figlio del portavoce del Cremlino, Nikolai Peskov. Il quale non ha evidentemente alcuna intenzione di rispondere alla chiamata di Putin. La chiamata era una “trappola”. Al telefono c’era infatti un attivista del team dell’oppositore russo Alexey Navalny che, spacciandosi per un funzionario dell’ufficio leva, gli ha chiesto se si presenterà al fronte in Ucraina come previsto per i riservisti dalla mobilitazione parziale annunciata da Vladimir Putin.
Peskov, polemiche e controversie
Ricordiamo che il padre, Dimitri Peskov, facendo da intermediario tra il Cremlino e i media, è spesso andato incontro a polemiche e controversie. Nel novembre 2021 negò risolutamente che la Russia avesse intenzione di prepararsi per una possibile invasione dell’Ucraina e nel gennaio 2022 accusò gli Stati Uniti di “fomentare tensioni” intorno all’Ucraina.
Come ricorda InsideOver “durante le proteste russe del 2011-2013, quando la polizia locale colpì duramente una parte dei manifestanti, Peskov dichiarò che “i manifestanti che hanno ferito la polizia antisommossa” avrebbero dovuto avere “il fegato imbrattato sull’asfalto”. Queste parole scatenarono gli attivisti dell’opposizione”.
Un altro episodio curioso risale al gennaio 2016. All’epoca Michael Cohen, avvocato personale di Donald Trump, inviò una mail a Peskov chiedendogli aiuto per un non meglio specificato affare a Mosca. Il Washington Post scrisse che questa era “la più diretta sensibilizzazione documentata da un importante collaboratore di Trump a un membro altrettanto anziano del governo di Putin”.
Il Cremlino: reazione isterica dei russi alla mobilitazione
Il Cremlino riconosce intanto che da parte della popolazione russa c’è stata una prima reazione “isterica ed estremamente emotiva” all’annuncio della mobilitazione per la guerra in Ucraina. Lo ha detto proprio il portavoce Dmitry Peskov, nel briefing con i giornalisti. Non ha però voluto svelare cosa c’è scritto nel paragrafo 7 del decreto di mobilitazione parziale, l’unico dei dieci punti del testo che non è stato reso noto.