Ucraina, i referendum isolano Putin ancora di più. Anche la Turchia ribadisce: «Illegittimi»
La Turchia non riconoscerà i risultati del referendum che la Russia sta tenendo nelle zone dell’Ucraina sotto il suo controllo per annetterle. Nel secondo giorno di votazioni nelle autoproclamate repubbliche di Lugansk e di Donetsk, nel Donbass, e nelle regioni di Zaporizhzhia e di Kherson, Ankara ribadisce la propria distanza dall’iniziativa di Putin, allineandosi con la stragrande maggioranza della comunità internazionale che ha definito i referendum una «farsa».
Putin sempre più isolato: la Turchia ribadisce la condanna dei referendum
«La nostra posizione in merito è chiara, la Turchia non ritiene corretti i tentativi unilaterali di referendum», ha detto alla Cnn, il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin, aggiungendo che il governo turco «riconosce l’integrità territoriale del popolo e dello Stato ucraini ed esprime il suo appoggio all’Ucraina». Già tre giorni fa, alla vigilia del voto che andrà avanti fino al 27 settembre, Ankara aveva chiarito con una nota del ministero degli Esteri di condannare i referendum, parlando di azione «illegittima», che «non sarà riconosciuta dalla comunità internazionale». La Turchia, era stato ricordato, non ha mai riconosciuto l’annessione da parte di Mosca della penisola ucraina della Crimea, avvenuta durante i primi mesi di un violento conflitto scoppiato nel 2014 e culminato con l’intervento della Russia in Ucraina il 24 febbraio.
Biden: «Una farsa che viola il diritto internazionale»
Una netta condanna e il chiarimento che gli Usa «non riconosceranno mai» come russi i territori ucraini che Mosca vuole annettersi è arrivata anche da Joe Biden. «I referendum della Russia sono una farsa, un pretesto falso per tentare di annettere parti dell’Ucraina con la forza, in flagrante violazione del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite», ha dichiarato il presidente Usa in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca, nel quale si precisa che Washington lavorerà con i suoi alleati per imporre «rapidi e severi costi economici aggiuntivi» alla Russia e che continuerà a fornire assistenza militare all’Ucraina in modo che possa difendersi «coraggiosamente» dall’invasione russa.
La condanna del G7: «Pronti a imporre ulteriori costi economici a Mosca»
Ieri una netta condanna dei «referendum farsa» russi era arrivata dal G7. «Condanniamo fermamente i falsi referendum che la Russia tenta di utilizzare per creare un pretesto fasullo con cui cambiare lo status del territorio sovrano ucraino, soggetto ad un’aggressione russa tuttora in corso», si legge nella dichiarazione dei leader, che aggiungono: «Questi falsi referendum avviati oggi dalla Russia e dai suoi delegati non hanno alcun effetto legale o legittimità, come dimostrano i metodi di organizzazione frettolosi, che non rispettano in alcun modo le norme democratiche, e la palese intimidazione delle popolazioni locali». Dunque, «non riconosceremo mai questi referendum» e «chiediamo a tutti i Paesi di respingerli inequivocabilmente». «Siamo pronti – hanno aggiunto – a imporre ulteriori costi economici alla Russia e a individui ed entità, all’interno e all’esterno della Russia, che forniscono supporto politico o economico ai tentativi illegali della Russia di cambiare lo status del territorio ucraino».