Ucraina, Macron dà la sveglia alla Ue: «Non può essere solo Erdogan a mediare con Putin»
«Chi vuole che la Turchia sia l’unica potenza al mondo che continua a parlare con la Russia?». Per quanto strano possa apparire, a porre l’interrogativo non è un amico di Vladimir Putin e neppure un leader russofilo bensì Emmanuel Macron. Parole, queste del presidente francese, che segnalano uno scarto nella strategia Ue finora attestata sulla linea della incomunicabilità assoluta con il leader del Cremlino. Ora, invece, la sortita di Macron incrina il fronte del rifiuto ed esorta i partner al dialogo con Mosca. «È necessario presumere – ha detto l’inquilino dell’Eliseo in una dichiarazione ripresa da France Info – che si possa parlare con tutti, soprattutto con coloro con cui non andiamo d’accordo».
Macron vuole affiancare la Turchia nella mediazione
In realtà, negli ultimi mesi Macron ha parlato in più occasioni con il leader russo per tentare di porre fine al conflitto, entrato ormai nel suo settimo mese di attività. L’ultimo colloquio telefonico tra Macron e Putin risale allo scorso 19 agosto ed era stato il primo dal 28 maggio, dalla telefonata a cui aveva partecipato anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’ultimo contatto diretto tra Russia e Ucraina c’è stato invece a fine marzo a Istanbul, in Turchia. E sono proprio le crescenti ambizioni turche e il ruolo sempre più centrale che Ankara va ritagliandosi nella guerra tra Mosca e Kiev a pesare nelle parole del presidente francese.
La strategia francese nel Mediterraneo e in M.O.
Esigenze geopolitiche che riguardano soprattutto il Mediterraneo e il Medio Oriente impongono a Macron di non restare a guardare. Un rapporto troppo stretto tra Putin ed Erdogan potrebbe infatti rendere più esplicite le mire del leader turco sulla Libia. Fino a poco tempo fa il dossier libico era saldamente in mani italiane, ma l’insipienza di Conte e Di Maio emersa in tutta la sua evidenza durante la guerra civile tra al Haftar e al Serrraj ha fatto sì che prima ci soppiantasse la Francia e poi la Turchia. Morale: se Macron aspira ora ad avere un ruolo nella mediazione tra Putin e Zelensky, non lo fa immaginando chissà quale ruolo per la Francia in Europa ma calcolando le ambizioni che coltiva verso l’Africa e il Medio Oriente.