Aborto, la sinistra apre un caso pretestuoso sul ddl Gasparri. Il senatore: “Lo presento a ogni legislatura”
Sul disegno di legge presentato dal senatore Maurizio Gasparri per riconoscere la «capacità giuridica del concepito», cioè del bambino non ancora nato, occorre fare un po’ di chiarezza e sgomberare il campo dalle dietrologie. Gli strali lanciati in questi giorni dalla sinistra che accusa il nuovo governo di volerci riportare al Medioevo sono, al solito, strumentali e infondati. Anzitutto, va ricordato che si tratta di proposte che il senatore azzurro presenta sempre a ogni inizio legislatura. Peraltro, progetti simili sono stati sostenuti, nel corso degli anni, da politici di varia appartenenza e orientamento, e non si sono mai concretizzati. Affossata, dunque, ogni dietrologia che editorialisti e firme femministe in questi giorni avanzavano su una presunta intenziona di mettere in difficoltà l’azione del governo che verrà.
Ddl Gasparri: “Mi farebbe piacere una discussione serena su questi temi”
Tutti i giornaloni hanno tuonato contro un disegno di legge definito “antiabortista”. Il parlamentare azzurro – cosa inconcepibile – sarebbe reo di aver presentato un disegno di legge sui “diritti del concepito”. Ha spiegato lo stesso Gasparri: «Lo presento da tempo all’inizio di tutte le legislature, è un impegno morale che avevo preso con Carlo Casini del movimento per la vita, che fu a lungo deputato Dc e che è scomparso alcuni anni fa. Mi farebbe piacere una discussione serena su questi temi». Ecco, se fosse ancora possibile una riflessione “serena” su temi così delicati; se fosse ancora possibile esprimere delle opinioni difformi dal mainstream ufficiale senza che partano processi sommari, si potrebbe discutere, valutare, confrontare diverse sensibilità che su un tema così complesso si presentano.
Ddl Gasparri: la balla del centrodestra che vuole abolire la Legge 194
E invece è partito il tiro al piccione da giorni. Vogliono abolire la Legge 194, è l’accusa. Non è così. «L’obiettivo è la applicazione dell’intera legge 194, che non va abolita, ma che andrebbe rispettata in tutte le sue norme. Parlare della vita sarà lecito o no? – si chiede Gasparri-. Ripresento sempre questa proposta sperando che prima o poi si possa discutere con serenità di questi temi. Nessuna imposizione ma nessuna fuga davanti a questioni di cui comprendo la rilevanza, la delicatezza e la complessità”. “La mia speranza – ripete il senatore azzurro a Libero- è che almeno, come hanno detto più volte Meloni, Tajani, Salvini, si arrivi alla piena e non parziale applicazione della 194».
Ma la sinistra non vuone neanche una discussione sui temi etici
Dichiarazioni più che ragionevoli, che però vengono ancora derubricate alla balla di un centrodestra che vuole abolire la legge sull’aborto. Le polemiche che si sono scatenate sono lunari e pericolose. Pericolose perché è chiaro che da sinistra si voglia persino impedire che di questi temi si parli. Eppure non da oggi esiste un dibattito, un approccio al centro delle battaglie degli stessi movimenti pro vita: che da anni sostengono la titolarità del diritto alla vita, alla salute, all’integrità fisica e alla capacità giuridica di ogni bambino fin dal concepimento e non solo dopo la nascita. “Non mi illudo che si approvi il ddl, ma almeno che si apra una discussione- spiega Gasparri-. Il mio punto di caduta realistico è arrivare a una totale applicazione della legge 194. Insomma, auspico un punto di caduta intermedio. Ho tirato un sasso nello stagno, parliamone, discutiamo”.
Il linciaggio via social di Saviano: “Gasparri, il peggior politico”
Ma discutere, pare, non sia possibile, alemeno non senza un linciaggio. Ne è la prova l’esecuzione sommaria che sui social fa Roberto Saviano: Gasparri, scrive, è «il peggior politico in circolazione». Poi, sono insorti i radicali, i grillini, le varie sinistre, editorialiste indignate. C’è addirittura chi minaccia un referendum abrogativo di una legge che ancora non c’è. Dobattito lunare. Di tutta questa guerra alle intenzioni resta una cosa sola. Ed è scritta nel primo capitolo del documento elettorale- dedicato al sostegno alla natalità e alla famiglia. Ossia la volontà di garantire «piena applicazione della 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, a partire dalla prevenzione». Quindi nessuna abrogazione della norma vigente, ma semmai sua applicazione integrale. Applicarla significa aggiungere un diritto e non comprimerlo. O non va bene neanche questo alla sinistra ululante?