Ai funerali del povero Alika Ogorchukwu Letta non c’è, il presidente della Marche Acquaroli invece sì
Ai funerali di Alika Ogorchukwu, ucciso di botte a Civitanova Marche per avere chiesto l’elemosina, Enrico Letta non si fa vedere. A notarlo La Stampa, il quotidiano che aveva lanciato la proposta a tutti i leader politici di essere presenti alle esequie per dare una risposta al razzismo. Letta aveva subito acconsentito.
Letta aveva detto: “Sarò ai funerali di Alika”
E ai primi di agosto assicurava ai microfoni del Tg3 che sarebbe stato senz’altro presente ai funerali. “Io ci sarò ai funeralidi Alika, andrò a Civitanova. L’assassinio di Alika è stato un momento drammatico nella vita del Paese e la nostra comunità deve rispondere unita”. Promessa dimenticata. A
Mancava anche Nicola Fratoianni
Anche Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, aveva detto sì all’appello del direttore della Stampa Massimo Giannini. “Certo, sarò ai funerali”. Promessa dimenticata anche per lui. Del resto la campagna elettorale è finita. E nel modo più rovinoso per i leader della sinistra che cercarono di sfruttare a loro vantaggio l’assurda morte di quell’ambulante ucciso da un uomo gravemente disturbato e violento.
Lite tra parenti al funerale di Alika
Il presidente delle Marche Francesco Acquaroli passa invece a quei funerali e saluta la vedova di Alika, Charity. Il servizio sulle esequie lo pubblica oggi la Stampa e riferisce anche di una lite tra parenti: “Ma il gruppo dei parenti di Alika non ascolta. Durante il rito si lamentano di aver saputo della morte attraverso i social, all’uscita insistono perché venga aperta la bara per controllare che dentro ci sia davvero il loro parente. E al cimitero finiscono per litigare con Charity, la vedova, e le persone strette intorno a lei. Mentre la bara viene calata nella fossa, i due gruppi separati si insultano con l’aiuto di qualche sorsata di alcol di troppo da parte dei parenti dell’ambulante ucciso. «Attriti familiari», spiegano quelli che conoscono la storia di Alika. «Questioni culturali, differenze di modi di vivere», aggiunge Francesco Mantella, avvocato di Charity, la vedova”.