Al sit in per la pace è guerra nel centrosinistra. Letta gira i tacchi quando si presenta Calenda

14 Ott 2022 10:15 - di Eugenio Battisti

Si invoca la pace ma in piazza si litiga e ci si guarda in cagnesco. Il clima al sit-in davanti all’ambasciata russa promosso dal Movimento europeo anti violento non è stato un esempio di distensione tra i big dell’opposizione. Accorsi per unirsi al grido di “Putin giù le mani dall’Ucraina”, accanto alla sede diplomatica di Mosca a Castro Pretorio.

Tensione al sit-in per la pace davanti all’ambasciata russa

In mezzo alle bandiere ucraine c’è Enrico Letta. Accompagnato da una folta delegazione del Pd. Del resto il leader dem, spiazzato dall’iperattivismo di Conte al lavoro per una grande prova di forza in salsa pacifista, da giorni dichiara che lui sarà ovunque si manifesti per il cessate il fuoco. In piazza molti parlamentari del fronte progressista. Ci sono Casini, Mariastella Gelmini, Lia Quartapelle, Enrico Borghi, Sandra Zampa, Walter Verini, Marina Sereni, Francesco Boccia, Simona Malpezzi, Stefano Ceccanti. E tante sigle della galassia delle associazioni pro Ucraina.

Ma quando si presenta Carlo Calenda il segretario del Pd gira i tacchi e se ne va. L’arrivo del leader del Terzo Polo, con cui i rapporti dopo la beffa elettorale rasentano lo zero, non è piaciuto al segretario traghettatore. Il clima è pesante e risente della ‘caccia al traditore’ e delle reciproche accuse sulla paternità dei voti che dal fronte dell’opposizione sono andati a Ignazio La Russa al Senato.

Staffetta Lenda-Calenda. Il leader Pd va via quando vede il leader di Azione

La staffetta tra i due non è passata inosservata. Un caso? Calenda sornione minimizza: “Letta se n’è andato quando sono arrivato? Un caso. Io ero in ritardo e Letta è una persona educata”. Quella del leader di Azione è stata una comparsata. Di sicuro non andrà alla piazza di Conte convocata a novembre. Una piazza schizofrenica, anzi, orrenda. Non si può – il ragionamento – invocare la pace e bocciare l’invio di armi a Kiev. Anche il leader di Azione ha in mente una sua, personale, mobilitazione da tenersi a Milano. “Conte porterà in piazza le persone che sono a favore della resa degli ucraini. E quindi non della pace, perché se tu voti contro l’invio delle armi e contemporaneamente chiedi la pace stai chiedendo la resa”.

Letta: vado a ogni manifestazione a difesa dell’Ucraina

Letta non parla degli avversari interni. Né della corsa al copyright sulla pace che si è scatenata dentro le opposizioni. «Sono qui perché noi partecipiamo a tutte le manifestazioni che vogliono la fine della guerra e vogliono la pace e che non siano equidistanti. Tutte le manifestazioni che dicano con chiarezza che c’è un aggredito, il popolo ucraino, e c’è un aggressore, la Russia. Noi vogliamo che si arrivi alla fine della guerra e che si arrivi alla pace”. ci tiene a precisare: «Stiamo partecipando senza mettere il cappello su iniziative altrui e non è assolutamente nostra intenzione strumentalizzare niente e nessuno»

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